I pendolari chiedono misure di mitigazione per i collegamenti su Roma dall’11 agosto al 6 settembre quando, per i lavori programmati sulla linea ferroviaria Terni–Roma, ci sarà la sospensione del servizio treni, “senza al momento – dicono – alcuna informazione concreta e previsione di servizi alternativi, come autobus sostitutivi”. A tal proposito, i Comitati di Orte e della Teverina scrivono che “al sito Trenitalia risultano bloccate tutte le soluzioni di viaggio in quel periodo, fatta eccezione per qualche Intercity in orari disperati. Questa situazione rischia di paralizzare ulteriormente la mobilità di lavoratori e studenti, aggravando una situazione già critica”. I comitati ricordano che sulla tratta ferroviaria Orte-Attigliano-Viterbo dallo scorso 1° luglio e fino al 31 agosto sono in corso lavori straordinari di potenziamento infrastrutturale che non consentono l’utilizzo della linea, per cui i viaggiatori sono costretti ad utilizzare servizi sostitutivi con bus, con aggravio della tempistica di viaggio e disservizi legati al cambio del mezzo di locomozione. Ulteriori criticità che si sommano a una situazione già critica che vede sovraffollamento dei treni, convogli sporchi, senza riscaldamento in inverno e con guasti all’aria condizionata in piena estate, continui ritardi ed instradamenti dei regionali Veloci sulla linea convenzionale lenta. I pendolari lamentano l’incertezza dell’orario e durata del viaggio su Roma che impedisce loro di poter svolgere l’orario lavorativo previsto da contratto e l’obbligo di ricorrere a continui permessi, per non parlare delle ripercussioni sulla gestione familiare. Con l’occasione i Comitati di Lazio, Umbria e Toscana tornano denunciare il rischio concreto di isolamento ferroviario per il Centro Italia causato dalla delibera Art n. 178/2024, che dal 1° gennaio 2026 escluderà i treni regionali con velocità inferiore a 200 km/h dalla linea Direttissima Roma–Firenze, costringendoli a utilizzare la linea lenta con gravi ripercussioni su tempi di viaggio, puntualità e qualità del servizio. “Ferrovie.info – scrivono i Comitati – riporta una nota ufficiale dell’Art che conferma interlocuzioni in corso con Rfi, Trenitalia e Regioni per valutare soluzioni temporanee e possibili deroghe parziali alla delibera. Tuttavia, ad oggi non esistono decisioni formali né garanzie concrete per i pendolari. Ribadiamo con forza: senza un intervento politico immediato e vincolante, dal 1° gennaio 2026 migliaia di pendolari saranno condannati a un servizio ferroviario più lento, meno frequente e inaffidabile, con pesanti ricadute sociali, economiche ed ecologiche sull’intero Centro Italia”. |