PANDEMIE. ITALIA RIFIUTA MODIFICHE A REGOLAMENTO OMS: TROPPO VINCOLANTICon una lettera al direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha comunicato il rifiuto dell’Italia degli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale, adottati alla 77esima Assemblea Mondiale della Sanità, che si è svolta nel 2024 a Ginevra. Gli emendamenti, secondo il ministro, vanno nella direzione di un quadro giuridicamente troppo vincolante per rispondere alle emergenze di salute pubblica. Dunque l’Italia, dopo l’astensione sull’accordo pandemico, segue ora la linea degli USA e prende una nuova decisione in contrasto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Durante l’Assemblea di Ginevra, i Paesi membri avevano adottato emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, un quadro giuridicamente vincolante per rispondere alle emergenze di salute pubblica, per introdurre il concetto di “emergenza pandemica” e “maggiore solidarietà ed equità”.
PANDEMIE. OMS: NO POTERE COERCITIVO SU LOCKDOWN O VACCINI. STATI SOVRANIDurante un recente media briefing, intanto, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha voluto rispondere con fermezza alle recenti affermazioni circolate riguardo al ruolo dell’Oms e alle modifiche del Regolamento Sanitario Internazionale (IHR), inclusi gli sviluppi sull’Accordo pandemico. “Voglio essere assolutamente chiaro- ha detto- il regolamento, le sue modifiche e l’Accordo pandemico sono stati proposti, negoziati e adottati dai nostri Stati membri. L’Oms appartiene ai 194 Paesi che la compongono”. Ghebreyesus ha ribadito che l’Oms non ha autorità per imporre decisioni sovrane: “Non possiamo obbligare i Paesi a lockdown, divieti di viaggio o obblighi vaccinali. Né lo vogliamo fare- ha evidenziato- Il nostro ruolo è fornire raccomandazioni basate su evidenze scientifiche. Ogni Paese- ha chiosato- resta libero di attuare o meno i consigli dell’Oms secondo le proprie regole e linee guida”.
WEST NILE. ISS: DA INIZIO ANNO 32 CASI, ANDAMENTO IN LINEA CON ANNI PRECEDENTI”Dall’inizio dell’anno, al 23 luglio, sono 32 i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia. Ventuno dei 32 casi sono stati segnalati dalla Regione Lazio, tutti nella provincia di Latina”. È quanto comunica in una nota l’Istituto Superiore di Sanità. Da un punto di vista numerico, evidenzia l’Iss, l’andamento epidemiologico “al momento è in linea con quello degli anni precedenti, mentre la distribuzione spaziale appare invece abbastanza differente”. Il virus West Nile “ormai da diversi anni è endemico nel nostro Paese- commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss- Tutte le misure sono in campo, ricordiamo che l’80% dei casi di infezione da West Nile è asintomatico, mentre il rischio di conseguenze gravi è maggiore per le persone più fragili. La malattia non si trasmette da persona a persona”. Il consiglio è quindi quello di “proteggersi il più possibile dal contatto con le zanzare, i vettori del virus, e rivolgersi al proprio medico se si hanno sintomi come febbre sopra in 38 gradi, soprattutto se accompagnata da eruzione cutanea”, conclude.
WEST NILE. SIMIT: AUMENTO PREVENZIONE E SORVEGLIANZA, TUTELARE ANZIANI E FRAGILILa Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, intanto, invita a rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore del virus West Nile, la zanzara Culex pipiens, per proteggere soprattuto gli anziani e i fragili. “La situazione è da tenere sotto controllo e non è una buona notizia che si siano registrati casi anche nel Lazio- sottolinea il professor Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit- Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall’altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così- conclude Andreoni- possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili”.
RICERCA. MUR STANZIA 160MLN PER ENTI, DA SENATO VIA LIBERA A DL UNIVERSITÀDalle risorse per rafforzare i progetti e le infrastrutture scientifiche al riconoscimento dei titoli di studio per gli educatori nei servizi per l’infanzia, agli sgravi fiscali per le borse per le attività di ricerca. Sono le principali misure per gli atenei e gli enti di ricerca previste dal Decreto legge università e ricerca, istruzione e salute, che ha avuto il via libera dal Senato e passa ora all’esame della Camera. Lo stanziamento ammonta a 160 milioni di euro, risorse aggiuntive che potranno essere utilizzate per potenziare specifici programmi e infrastrutture scientifiche e progetti di collaborazione nazionali e internazionali. Dei 160 milioni, 40 milioni saranno stanziati nel 2025, 60 milioni nel 2026 e i restanti 60 milioni di euro nel 2027. “Stiamo investendo con decisione nella ricerca- ha detto la ministra Anna Maria Bernini- perché crediamo che sostenere la scienza significhi dare forza al futuro del nostro Paese”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it