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Francesca Albanese: “Meloni e Tajani non mi ricevono, all’estero invece mi abbracciano”


ROMA – “Non sarò ricevuta da Meloni e Tajani”: lo conferma all’agenzia Dire Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i Territori palestinesi occupati, intervistata a Roma a margine della conferenza stampa di presentazione alla Camera del rapporto ‘Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio’.

“Tuttavia- aggiunge- va detto che dalla Spagna alla Slovenia, dal Sudafrica alla Colombia e il Brasile, vengo accolta dalle più alte cariche dello Stato con abbracci e congratulazioni. Siamo in una fase di grande trasformazione, di scollamento tra gente e politici che vogliono il mantenimento dello stato di diritto, della legalità e della costituzionalità a livello nazionale e internazionale. Bisogna scegliere da che parte stare”.

La relatrice speciale lamenta: “In Italia, mi ritrovo a parlare con gli stessi parlamentari di tre anni fa: il tema resta una questione partitica e questo non è normale”.

Sollecitata sul fatto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di ritenere prematuro riconoscere lo Stato di Palestina, Albanese replica: “Allora vuole uno Stato unico e questo significa che non resta che garantire diritti uguali per tutti”.

Dal 7 ottobre 2023, secondo Albanese, “l’opinione pubblica è cambiata perché sta diventando evidente quello che noi relatori speciali e organizzazioni israeliane e palestinesi avevamo sempre detto: l’esistenza di un progetto di pulizia etnica che va avanti con ogni mezzo, anche con il genocidio, pur di prendersi la terra senza il popolo”.

La relatrice continua: “Quindi si sta spostando l’attenzione dall’autodifesa di Israele all’autodeterminazione, ma ci voleva un genocidio per arrivare a questo?”. 

 A PIAZZA MONTECITORIO PER ALBANESE: ‘SIAMO CON TE’

“Siamo tutte Francesca Albanese” ha scandito il presidio di attivisti che da settimane, ogni giorno, si riunisce di fronte a Montecitorio per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e esortare il governo italiano a interrompere la cooperazione militare con lo Stato di Israele, applicando invece sanzioni.

I manifestanti hanno atteso che Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, finisse di presentare alla Camera il report in cui accusa decine di aziende, università ed enti benefici di aver tratto profitto dell’occupazione israeliana dei Territori, rendendosi complici di un genocidio.

Un lavoro che le è costato sanzioni da parte degli Stati Uniti ed è anche per questo che i manifestanti hanno deciso di dedicarle un tributo.

“Grazie Francesca”, “Palestina libera”, “Stop genocide”, “Siete tutti complici” e “Nobel per Francesca” sono gli altri slogan che gli attivisti – circa una trentina – hanno scandito. 

“Credo che siamo arrivati a un punto in cui dobbiamo discernere la verità dalla menzogna. Sono ormai venti mesi – senza contare quelli che li hanno preceduti – che Israele continua a diffondere notizie false”.

Questo il commento che la relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, rilascia all’agenzia Dire in merito a video sponsorizzati dal ministero degli Affari esteri di Israele, in cui si presenta il meccanismo israelo-statunitense di distribuzione degli aiuti a Gaza come “di successo”.

In un altro video poi si accusano le Nazioni Unite di bloccare deliberatamente camion a Gaza, impedendo la distribuzione degli aiuti. Questo mentre le Nazioni Unite e decine di organizzazioni non governative denunciano da mesi la chiusura delle frontiere da parte di Israele, un fatto che sta causando una carestia, con decine di persone – in maggioranza bambini – morti per fame.

A fine maggio, Israele ha consentito l’apertura di un’azienda privata, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), incaricata di distribuire in quattro punti – al posto dei 400 delle Nazioni Unite – pacchi alimentari; in questi punti però hanno perso la vita quasi mille persone. 

Albanese continua: “Il fatto che la Ghf sia stata definita ‘trappola della morte’ da chiunque l’abbia vista operare, inclusi gli stessi soldati americani che per i primi mesi ne hanno fatto parte, è innegabile. È necessario che torni la presenza delle Nazioni Unite”, esorta la relatrice speciale, “che a Gaza purtroppo sono state debellate, e che torni il multilateralismo. Israele non ha il diritto di rimanere né tanto meno di distribuire cibo a Gaza”.

Ancora Albanese: “La tesi della guerra permanente per sradicare Hamas, come dissi sin dall’8 ottobre 2023, non è fattibile: sradicare un partito politico – per quanto colpevole di crimini e non c’è dubbio che ne abbia commessi il 7 ottobre – non è un obiettivo militare quindi non è giustificato ai sensi del diritto internazionale”.

Continua la relatrice: “Israele va fermato. L’unica cosa che può fare è ritirare le truppe e le colonie, smettere di sfruttare le risorse dei palestinesi, offrendo indennizzi per tutto il male fatto”.

L’intervista è avvenuta a margine della presentazione alla Camera del rapporto ‘Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio’, durante la quale Albanese ha ricordato che a settembre scorso l’Assemblea generale Onu ha riconosciuto, attraverso una risoluzione, che l’occupazione dei Territori palestinesi è illegale e dato a Tel Aviv 12 mesi per porvi fine, corrispondendo risarcimenti alla popolazione.
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