ROMA – Donald Trump continua a minacciare a vuoto, sperando che prima o poi qualcuno lo prenda sul serio. Nemmeno lui ci crede. Ora scrive sul suo Truth Social che – visto che evidentemente il suo amico Netanyahu da quell’orecchio non ci sente – “il modo più rapido per porre fine alla crisi umanitaria a Gaza è che Hamas SI ARRENDA E LIBERI GLI OSTAGGI!!!”. Maiuscole ed esclamativi sono suoi.
Mentre la comunità internazionale ormai brandisce il riconoscimento dello Stato di Palestina come un’arma di rappresaglia, Israele fa finta di nulla e anche oggi mette a registro 111 palestinesi uccisi, di cui 91 richiedenti aiuti, e 820 feriti nelle ultime 24 ore. Il conto totale sale così a60.249 palestinesi morti e 147.089 feriti dal 7 ottobre 2023. I “richiedenti aiuti” sono ormai una categoria a sé di questa contabilità dell’orrore: quelli uccisi dal 27 maggio, da quando Israele ha imposto un nuovo meccanismo di distribuzione degli aiuti, hanno raggiunto quota 1.330, con oltre 8.818 feriti.
Oggi l’Autorità Nazionale Palestinese ha denunciato che i coloni israeliani hanno dato fuoco a case e automobili in un villaggio della Cisgiordania, uccidendo un uomo, Khamis Abdel-Latif Ayad. I coloni hanno appiccato il fuoco nel villaggio di Silwad, un villaggio nella Cisgiordania centrale, vicino a diversi insediamenti israeliani, e sono scappati via.
Mentre Trump urla sui social il suo inviato speciale Steve Witkoff è arrivato in Israele nell’ennesimo tentativo di salvare i colloqui di cessate il fuoco. I media israeliani riferiscono che Witkoff visiterà i siti di aiuti umanitari del GHF. Gli Stati Uniti hanno dichiarato però che nel frattempo negheranno i visti ai funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese, accusando l’organismo che governa alcune parti della Cisgiordania occupata da Israele di voler… “internazionalizzare” la situazione.
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