ROMA – “Sei una terrona di m…”. È questa la frase che si sente distintamente nel video registrato da una studentessa e pubblicato sui social, mentre scende le scale di un condominio veneziano. Dall’altra parte, la voce della proprietaria dell’appartamento che l’ha appena mandata via.
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Una discussione accesa, ma con toni che vanno ben oltre un normale dissidio tra inquilina e locatrice: l’episodio, accaduto nei giorni scorsi a Venezia, ha immediatamente suscitato reazioni indignate e ha riportato al centro dell’attenzione il tema delle discriminazioni nei confronti degli studenti fuori sede.
La giovane, la cui identità non è nota e che nel video non viene mai mostrata in volto, racconta di essere stata costretta a lasciare l’alloggio prima della scadenza del contratto, fissata per il 30 luglio.
Senza alcun preavviso, né possibilità di trovare un’alternativa. Il motivo? Un presunto atteggiamento “arrogante”, come le viene rinfacciato dalla proprietaria, che a un certo punto si lascia andare a insulti apertamente razzisti. A chiudere la scena, il portone che si richiude con forza.
L’INDIGNAZIONE CORRE SUI SOCIAL
Il video ha fatto rapidamente il giro dei social, accompagnato dalle parole della stessa studentessa: “Viaggio da sola da cinque anni, ho vissuto in più di 12 Paesi, non mi era mai successo di essere trattata con tanto disprezzo. Studio e lavoro per mantenermi. E questi sarebbero i veneziani?”.
Una frase che ha aperto un dibattito acceso anche tra i commenti online, dove in molti si sono schierati al fianco della giovane, condannando il comportamento della locatrice.
LA REAZIONE DEL MONDO UNIVERSITARIO
A intervenire ufficialmente sulla vicenda è stata Udu Venezia, l’Unione degli Universitari, che in una nota parla di episodio “grave e inaccettabile”:
“Non si tratta solo di un fatto personale – scrive l’associazione – ma del sintomo di un clima sempre più ostile nei confronti di chi studia, lavora, vive e contribuisce alla città. Chi arriva da fuori viene troppo spesso trattato come un corpo estraneo, solo per la sua provenienza geografica”.
L’episodio, sottolinea Udu, non è un’eccezione:
“Non è la prima volta che ci vengono segnalati casi di discriminazione, pregiudizio o sfruttamento. Questa vicenda è solo la punta dell’iceberg. Venezia è una città universitaria, con quattro atenei attivi e migliaia di studenti fuori sede. Non può tollerare atteggiamenti simili, né nelle calli né nelle stanze in affitto”.
Secondo l’associazione studentesca, servono interventi più decisi e strutturali. In primo luogo, un rafforzamento degli strumenti di tutela per gli studenti in affitto e una maggiore vigilanza sui rapporti locativi. Ma anche un cambiamento culturale:
“Chi viene a Venezia per studiare e contribuire alla vita della città non può essere trattato come un ospite sgradito. Serve una presa di posizione chiara da parte delle istituzioni, dell’università, e della cittadinanza. Non possiamo più girarci dall’altra parte”.
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