ROMA – Una donna incinta al nono mese ha rotto le acque a bordo della Port Fukouka, la nave mercantile che lunedì scorso ha soccorso nel Mediterraneo quasi un centinaio di persone migranti e accoglie anche i corpi di due bambini, annegati prima dell’intervento. Lo fa sapere in una nota l’organizzazione Sea-Watch, secondo cui a bordo ci sono altre due donne incinte, una prossima al parto, che “hanno bisogno di soccorso immediato e di un porto sicuro per sbarcare”.
La vicenda del Port Fukouka inizia lunedì quando l’aereo da ricognizione Seabird della Sea-Watch ha individuato “un’imbarcazione in difficoltà con oltre 90 persone a bordo che era in mare da tre giorni. Due persone erano in acqua. Abbiamo immediatamente chiesto aiuto. Frontex è arrivata 6 ore dopo, ha visto il natante e se n’è andata. Martedì le persone erano ancora abbandonate al loro destino, in mare. Le navi di soccorso europee avrebbero potuto raggiungerle in circa 3 ore, ma hanno scelto di non intervenire”.
Ieri, infine, “quando la nave mercantile Port Fukuka, che si trovava nelle vicinanze, ha cercato di soccorrerli, l’imbarcazione si è capovolta. Tutte le persone a bordo sono finite in mare. Una volta soccorse, due bambini erano deceduti e una persona dispersa”. Oggi, le 98 persone “sono ancora sul mercantile e le autorità italiane stanno facendo di tutto per impedire loro di raggiungere l’Italia”, nonostante “le ripetute segnalazioni” alle autorità da parte dell’organizzazione, che avverte: “C’è il pericolo imminente che la cosiddetta guardia costiera libica li rapisca e li porti in Libia, verso tortura e morte. È inaccettabile”. Sea-Watch chiarisce: “La nostra nave di soccorso veloce Aurora avrebbe potuto intervenire in soccorso di queste persone. Si trova a sole quattro ore e mezza di distanza, ma è bloccata dalle autorità italiane nel porto di Lampedusa con motivazioni prive di fondamento”. Uno “spettacolo vergognoso” che, come denuncia l’ong, “si svolge a poche miglia dagli ombrelloni degli italiani, ma il Governo italiano tace”.
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