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VIDEO| Strage di Bologna: ritratti, manifesti e il bus 37 nella pancia della stazione


ROMA – I ritratti delle vittime, i manifesti realizzati dagli studenti, la riproduzione a grandezza naturale dell’autobus 37 e anche una performance teatrale che andrà in scena proprio sabato, giorno della cerimonia commemorativa della strage del 2 agosto. In occasione del 45esimo anniversario, negli spazi della stazione dell’Alta velocità, l’Accademia di Belle arti svela l’esposizione “Ababo human per 2 agosto 1980”. Un progetto realizzato in collaborazione con il Gruppo Fs, l’associazione dei familiari delle vittime, il Comitato di solidarietà alle vittime delle stragi e il Comune di Bologna. Composto da quattro distinti interventi artistici, è allestito nella Hall Av della stazione sotterranea di Bologna Centrale, dove resterà fino al 7 agosto. Così la stazione diventa luogo di cultura, memoria e coscienza civile. “È un momento per noi molto importante, perché è stato anche l’occasione per raccontare e far rivivere ai nostri studenti quel momento tragico che non deve essere mai dimenticato- spiega Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia- il senso di fondo è quello di essere memoria storica ma anche di rinnovare l’impegno civile, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che non c’erano”.

Si parte dai muri, con il progetto “Poster for the City”, che raccoglie i manifesti realizzati dagli studenti di Design grafico e scelti come locandina della cerimonia dal 2014 al 2025. Per quest’anno, oltre al lavoro vincitore di Faiza Rigui, sono presenti anche le proposte non selezionate di questa edizione. In più di 10 anni, fa sapere l’Accademia, sono stati prodotti circa 400 poster, e nel 2023 presso il Palazzo D’Accursio di Bologna è stata realizzata una mostra dedicata al progetto, accompagnata da un catalogo edito da Pendragon.

Nelle pareti a fianco, poi, si trovano i “Venti ritratti per la memoria”, a cura di Sara Colaone e Gianluca Costantini, con i quali gli studenti di Fumetto e illustrazione hanno raffigurato i volti e le storie di venti vittime. Ogni disegno “è un atto di ascolto e restituzione, ogni storia diventa un passo verso una cittadinanza più consapevole, capace di riconoscere le ingiustizie e difendere la libertà”.

Proseguendo verso i binari, poco prima delle ultime scale mobili, spunta invece un’imponente rappresentazione a grandezza naturale dell’autobus 37, che il 2 agosto divenne veicolo di soccorso, e simbolo dell’unione dei cittadini che in quel tragico giorno hanno deciso di non stare fermi. È realizzata con una stampa in bianco e nero in scala 1:1 dagli studenti di Fotografia, in cui il bus è visibile nella sua interezza, “come corpo che riaffiora nello spazio espositivo, così come il bus originale che ritorna ogni 2 agosto in Piazza Medaglie D’oro”. Per terra, su una lunga tavola, sono invece riportate le parole di Agide Melloni, che quel giorno quell’autobus lo guidò e che ricorda come “Un caro amico”, da qui il nome dell’installazione a cura di Paola Binante e Tommaso Bonaventura. “Quando io l’ho visto realizzato in questo modo, l’emozione è stata grande perché mi riporta a quel giorno- è il commento di Melloni- però è importante che ci siano questi momenti e noi dobbiamo stare oggi a fianco dei giovani perché sono loro che ci danno la possibilità di continuare”.

Infine, poi, spazio anche allo spettacolo ‘live’ con la performance “Voglio un paese” a cura di Nicola Bruschi e Marco Cesare Consumi con gli studenti di Scenografia dell’Accademia. Sabato 2 agosto, in due repliche alle ore 16 e alle ore 18, quattro studentesse interpreteranno una lettura tratta dal testo omonimo del 2013 di Andreas Flourakis, poeta e drammaturgo greco, che racconta cosa significhi appartenere a un “paese” e come questa appartenenza influisca sulla vita degli individui.

“Questa è un’iniziativa veramente straordinaria dal punto di vista delle emozioni che mi suscita- sottolinea Paolo Lambertini, prossimo presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime- perché la parola è stata data ai giovani, con l’idea veramente di trasmettere cosa è successo e di far comprendere che quella strage non voleva colpire 85 persone e 200 feriti ma voleva colpire una democrazia, e quindi siamo tutti coinvolti in questa tragica vicenda”. Prosegue così l’attività dell’Accademia di Bologna per commemorare il drammatico attentato di matrice neofascista che il 2 agosto 1980 causò la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200, rinnovando la collaborazione con il Gruppo Fs ospitando i lavori degli allievi, per la prima volta all’interno degli spazi della stazione dell’Alta velocità. Il progetto si inserisce nel percorso che vede Rfi impegnata nella valorizzazione delle stazioni, non più solo nodi di mobilità, ma spazi pubblici dove accogliere cultura, memoria e inclusione.
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