(Adnkronos) – Lesioni su viso, dorso e braccia che causano dolore e disagio fisico. Ma l’impatto più devastante dell’acne è quello psicologico e sociale, tanto che oggi si parla di ‘acne shaming’ per descrivere ciò che subisce una persona che soffre di questa malattia della pelle: il 60% ha sperimentato una diminuzione della fiducia in sé stesso, il 57,1% ha subito abusi verbali e il 44,2% – oltre 2 persone su 5 – è stato vittima di bullismo a causa della propria condizione cutanea. Solo un esiguo 6,9% ha dichiarato di non aver riportato alcun impatto negativo sulla quotidianità, secondo un sondaggio pubblicato sul ‘British Journal of Dermatology’.
L’acne è la patologia della pelle infiammatoria più comunemente trattata in tutto il mondo, tanto che, secondo l’American Academy of Dermatology, l’85% delle persone di età compresa tra i 12 e i 24 anni presenta almeno una lieve forma di acne e solo negli Usa colpisce, ogni anno, fino a 50 milioni di cittadini. Contrariamente a quanto si pensa, non è solo un problema giovanile: un terzo degli adulti, sia uomini che donne, ne soffre, con una maggiore incidenza nelle donne in età adulta. Le cicatrici sulla pelle sono frequenti, ma è sul piano emotivo che l’acne lascia cicatrici spesso invisibili e tuttavia profonde. “Durante l’adolescenza e in tutte le fasi più fragili della vita, l’acne può diventare un vero e proprio fattore di vulnerabilità psicologica”, spiega la psicologa Alessia Pellegrino.
“Non si tratta soltanto di un disagio estetico – precisa – ma di un’esperienza che può minare la percezione di sé, influenzare le relazioni sociali e compromettere la qualità della vita. Anche i casi meno gravi, se vissuti con sofferenza e protratti nel tempo, possono portare a ritiro sociale, ansia e sintomi depressivi. Per questo intervenire tempestivamente non significa solo migliorare l’aspetto esteriore, ma prendersi cura dell’intera persona, restituendole fiducia, serenità e benessere”.
“Un trattamento precoce è la chiave per la risoluzione della patologia e soprattutto la prevenzione delle cicatrici”, afferma Benedetta Salsi, dermatologa. “L’acne attiva e le cicatrici possono creare un grave danno psicologico agli adolescenti, influenzando in modo negativo la qualità della vita. Le terapie tradizionali, come creme, gel, antibiotici o isotretinoina, pur essendo consolidate, presentano spesso effetti collaterali o richiedono assunzioni prolungate, preoccupando pazienti e genitori”, evidenzia.
Tra le novità di cura, un sistema laser ‘Accure’ made in Italy. “In genere i pazienti si sottopongono a 4 trattamenti, 1 al mese, della durata media di circa 40 minuti”, chiarisce Salsi. “Dopo aver completato un ciclo di trattamento si osserva una riduzione del 79% delle lesioni infiammatorie, dato che sale quasi al 90% (88%) dopo 2 anni”.