ROMA – Che l’Italia sia sempre meno un Paese per giovani – specie se donne e residenti al sud – lo certificano i dati sulla ‘fuga dei cervelli’ (oltre 350mila in dieci anni). Solo lo scorso anno più di 93mila under 34 hanno fatto le valigie in cerca di nuove opportunità oltre confine. Mentre i giovani espatriano le culle restano vuote: con un tasso di fecondità ai minimi storici dal 1995 (appena 1,18 figli per donna) nel 2024 sono mancati all’appello quasi 200mila nuovi nati rispetto al 2008. Numeri drammatici che danno il senso dell’urgenza. Per invertire la tendenza e arrestare il declino è necessario mettere in campo politiche lungimiranti che guardino alle nuove generazioni. Allo stesso tempo la società civile può e deve concorrere al cambiamento. Va in questa direzione il lancio del comitato giovani di Un Women Italy, un gruppo composto da ragazzi e ragazze tra i 19 e i 35 anni. Studenti, ricercatori, professionisti, giornalisti e attivisti con un obiettivo preciso: elaborare proposte concrete per rispondere alle sfide generazionali più urgenti, in testa la parità di genere, la violenza sulle donne e l’accesso al mondo del lavoro. Il taglio del nastro ufficiale è avvenuto a Roma.
LA PARITÀ DI GENERE AI TEMPI DELL’AI
Il titolo dell’incontro è un manifesto e richiama la missione ambiziosa del comitato: Giovani leader per la pace. Creare un futuro equo nell’era dell’AI. L’appuntamento, ospitato nella sede romana di Deloitte, ha messo a confronto generazioni diverse provenienti dal mondo dell’accademia, delle istituzioni, del giornalismo e del terzo settore per esplorare sfide, strategie e opportunità: gli advocate ‘HeforShe’ di Un Women Italy Gino Cecchettin (Fondazione Giulia), Alessandro Rosina (Università Cattolica di Milano) e Luca Fratini (ministero degli Esteri) insieme a Giuseppina Muratore (Istat), Celeste Costantino (Una Nessuna Centomila) e le giornaliste Monica D’Ascenzo (Il Sole 24 Ore), Maria Latella (Rai) e Danda Santini (IO Donna). “I giovani possono essere i veri pionieri dell’uguaglianza di genere, ponendo le basi per un futuro davvero inclusivo. Tecnologia e intelligenza artificiale, se usati con consapevolezza, possono diventare strumenti di partecipazione e leadership giovanile. Possono contrastare la violenza digitale e contribuire a superare stereotipi di genere e modelli patriarcali. UN Women Italy ha scelto di puntare sui giovani. Con il comitato diamo spazio e voce alle istanze delle nuove generazioni, troppo spesso ignorate”, ha commentato la presidente di Un Women Italy Darya Majidi. L’iniziativa si inserisce nel solco tracciato nel 2021 da Un Women con il lancio di Generation Equality, una delle principali campagne a livello mondiale per accelerare i progressi, e attrarre investimenti, verso la parità di genere.
GIOVANI CHE PARLANO AI GIOVANI
I giovani parleranno ai giovani utilizzando lo stesso linguaggio. Le piattaforme social saranno il luogo di incontro privilegiato. Numerosi i progetti in cantiere: dalla prevenzione della violenza, inclusa quella digitale, al superamento degli stereotipi di genere passando per l’uguaglianza di genere in famiglia, nelle scuole e nel mondo del lavoro. Senza dimenticare l’occupazione, l’università, la ricerca, i giovani cervelli espatriati e la partecipazione delle ragazze ai percorsi di studi Stem (scienza e innovazione). In un contesto simile la tecnologia e l’intelligenza artificiale – se depurate dal gender gap – diventano strumenti concreti e potenti per favorire l’inclusione, l’uguaglianza di genere e in ultima analisi la pace. Del resto che l’AI faccia parte ormai stabilmente della quotidianità di Millennial e Generazione Z in Italia lo certifica l’ultima ricerca condotta da Deloitte: l’intelligenza artificiale generativa è impiegata comunemente per la creazione di contenuti e l’analisi dei dati da un intervistato su due. Significativo d’altra parte che i conflitti siano entrati, al posto della disoccupazione, tra le questioni globali che più preoccupano i ragazzi e le ragazze, riflesso dell’instabilità geopolitica che minaccia la pace mondiale.
“Da anni in Deloitte promuoviamo iniziative volte a favorire la parità di genere, contrastare ogni forma di violenza contro le donne e sostenere l’ingresso e la crescita delle professioniste nel mondo del lavoro – fuori e dentro al nostro network. Il nostro sostegno a Un Women Italy va esattamente in questa direzione: per costruire un’economia competitiva e una società inclusiva dobbiamo valorizzare il talento delle donne e dei giovani, molti dei quali continuano a lasciare l’Italia, portando con sé competenze critiche per il futuro del nostro Paese. In un contesto sempre più segnato dall’innovazione tecnologica, inoltre, vogliamo ribadire il nostro impegno per promuovere l’accesso delle ragazze alle competenze Stem: solo includendo tutte le energie e i talenti potremo orientare la trasformazione tecnologica in modo responsabile e sostenibile”, ha spiegato Silvana Perfetti, Chair di Deloitte Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta).
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