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Roma

Nordio: “Ci sono quasi 20.000 tossicodipendenti in carcere, serve una detenzione differenziata”


ROMA – “La detenzione differenziata dei tossicodipendenti non ubbidisce soltanto all’esigenza di ridurre il sovraffollamento carcerario, che peraltro sarà un effetto secondario, ma importante ma proprio a quello di attuare il principio della tendenza alla rieducazione del detenuto tenendo presente che molti detenuti tossicodipendenti più che essere dei criminali da punire sono dei malati da curare anche se questo deve avvenire sotto forma di controllo e anche come forma di prevenzione. Quindi noi cerchiamo di ampliare la platea di soggetti condannati tossicodipendenti o alcol-dipendenti che possono accedere a programmi di trattamento e disintossicazione e recupero e per conseguire tali obiettivi è stata prevista l’applicazione della detenzione domiciliare”. Lo dice il ministro alla Giustizia Carlo Nordio, durante il question time nell’aula della Camera, rispondendo a una interrogazione di Noi Moderati sulle prospettive degli effetti delle misure approvate dal Consiglio dei ministri in materia di detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti.

“Veniamo all’impatto di queste due misure sul sistema carcerario – aggiunge Nordio – Allora la data del 30 giugno 2025 a fronte di un totale di 62mila detenuti, 19.534 erano tossicodipendenti. In questo contesto l’entrata in vigore del nuovo regime di detenzione che costituisce una valida alternativa può riguardare numeri che adesso non siamo in grado di definire ma possiamo pensare a una riduzione di un terzo del sovraffollamento carcerario nei confronti di queste persone. Sono casi che vanno valutati caso per caso. Si può essere detenuti tossicodipendenti perché si sono commessi altri reati gravissimi in uno stato di tossicodipendenza, possono invece essere detenuti tossicodipendenti condannati per reati di spaccio, sostanze stupefacenti. Qui va fatta un’ulteriore differenziazione: se lo spaccio è avvenuto per procurarsi la dose o i denari per potersi procurare la dose versiamo in uno stato essenzialmente di malattia e qui è possibile la detenzione differenziata; se si tratta ovviamente di grande spaccio di stupefacenti per ottenere di profitto la situazione è diversa e in questo caso non c’è alternativa alla detenzione ordinaria”.
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