di Alessandra Fabbretti e Redazione
ROMA – Nella notte la Croce Rossa ha ricevuto due bare con ostaggi israeliani deceduti, bare che sono state poi consegnate alle forze di difesa israeliane e dell’ISA a Gaza e identificate. Come ha confermato l’Idf in mattinata, giovedì 16 ottobre, i corpi degli ostaggi restituiti sono quelli di Inbar Hayman e del sergente maggiore Muhammad Al-Atresh. Le rispettive famiglie sono state informate che potranno dare loro sepoltura.Secondo le informazioni e l’intelligence a disposizione dell’esercito israeliano Inbar Hayman, 27 anni, è stata assassinata da Hamas durante il massacro del 7 ottobre e il suo corpo è stato portato a Gaza. Inbar è stata rapita al festival musicale Nova e la sua morte è stata dichiarata il 15 dicembre 2023. Lascia i genitori e il fratello.Il Sergente Maggiore Muhammad Al-Atresh, 39 anni, di Sa’wa, prestava servizio come localizzatore nelle Idf ed è caduto durante il massacro del 7 ottobre. Il suo corpo è stato poi portato da Hamas a Gaza e la sua morte dichiarata il 24 giugno 2024, lascia i genitori, i fratelli, due mogli e 13 figli.
SLITTA L’APERTURA DEL VALICO DI RAFAH
L’unità Cogat del Ministero della Difesa israeliano fa sapere che “sono in corso i preparativi con l’Egitto per l’apertura del valico di Rafah” al confine con Gaza al passaggio delle persone e dei beni di prima necessità, ma “in una data che sarà annunciata in seguito”.
I RITARDI NELLA CONSEGNA DELLE SALME DEGLI OSTAGGI E LE PRESSIONI DI ISRAELE
Dall’inizio della settimana, l’organizzazione terroristica ha consegnato, dei 28 corpi ancora a Gaza, 9 salme, oltre a quello di una persona identificata successivamente come un cittadino palestinese non ostaggio, vestito con un’uniforme israeliana. Un errore che, secondo fonti ufficiali, potrebbe essere stato non intenzionale, ma che costituisce comunque una violazione dell’accordo negoziato con gli Stati Uniti nell’ambito del piano per Gaza.Il piano americano prevedeva la restituzione di tutti gli ostaggi, vivi e morti, entro lunedì scorso. Ma alla scadenza del termine, 24 corpi erano ancora nelle mani di Hamas. In risposta, Israele ha ridotto il flusso di aiuti umanitari e chiuso il valico di Rafah come misura di pressione.
“GLI AIUTI UMANITARI NON PASSERANNO PER IL VALICO DI RAFAH”
Nella giornata di oggi, 16 ottobre, il Cogat- che sovrintende ai flussi di aiuti nella Striscia di Gaza- oltre a prendere tempo sull’apertura del Valico di Rafah, atteso soprattutto dalle organizzazioni umanitarie, per poter far entrare nella Striscia cibo, medicinali e beni di prima necessità- ha assicurato comunque che “gli aiuti umanitari stanno entrando nel territorio attraverso il valico di Kerem Shalom, da Israele e altri valichi”. “Va sottolineato- hanno aggiunto i funzionari del Cogat in una dichiarazione inviata a Reuters- che gli aiuti umanitari non passeranno attraverso il valico di Rafah. Questo non è mai stato concordato in nessuna fase”. Appena 24 ore fa due fonti avevano riferito a Reuters che il valico di Rafah avrebbe dovuto essere aperto al passaggio delle persone giovedì. Il valico è l’unico punto di accesso tra la Striscia e l’Egitto.
“UN PROCESSO RACCAPRICCIANTE”, TRUMP RICONOSCE LE DIFFICOLTÀ DEL RECUPERO DELLE SALME
È “un’atrocità orribile, un processo raccapricciante”, parlando con i cronisti alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha solo esso in chiaro che pretende il rispetto dell’accordo da parte di Hamas, e quindi il disarmo delle milizie e la restituzione delle salme degli ostaggi israeliani. Si è infatti soffermato su quest’ultimo punto, ripreso da Al Jazeera, ammettendo in qualche modo le difficoltà: “Un processo raccapricciante, quasi detesto parlarne. Ma stanno scavando. Stanno davvero scavando”, ha detto Trump ai giornalisti. “Ci sono aree in cui stanno scavando e trovano molti corpi. Poi devono separarli. Non ci credereste. E alcuni di quei corpi sono lì da molto tempo. E alcuni sono sotto le macerie. Devono rimuovere le macerie”, ha detto il presidente degli Stati uniti.“Alcuni sono in tunnel, sono morti in tunnel, che sono molto in profondità sottoterra. E i tunnel sono alti circa un metro. Riuscite a crederci, un metro? Hanno vissuto così per un lungo periodo di tempo. È un’atrocità orribile”, ha detto.
TRUMP: “SE HAMAS VIOLA L’ACCORDO, ISRAELE TORNERÀ APPENA LO DIRÒ”
Intanto ieri all’emittente Cnn il presidente americano Donald Trump ha affermato che se Hamas violerà i termini del cessate il fuoco, darà il via libera al governo israeliano a riprendere i combattimenti: “Israele tornerà in quelle strade non appena lo dirò. Se Israele potesse entrare e farli fuori, lo farebbe”. Commentando la mancata restituzione di parte delle salme degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, Trump ha detto che “Ho dovuto trattenerli”, riferendosi ai vertici di Israele.
DRONI E BOMBE COLPISCONO ANCORA NELLA STRISCIA, LE VIOLAZIONI ALL’ACCORDO DA PARTE DELL’ESERCITO ISRAELIANO
Un cittadino palestinese è stato ucciso stamani da un drone militare israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza: lo hanno confermato ai media internazionali i responsabili dell’ospedale Nasser.L’incidente è avvenuto nell’area di Bani Suhaila. Un altro è morto sempre stamani, ma per le ferite riportate dall’esplosione di una bomba a Gaza City due giorni fa. Nell’attacco a Bani Suhaila, altre due persone sono rimaste ferite, una delle quali in modo grave. Come evidenzia l’emittente Al Jazeera, si tratta di nuove violazioni da parte di Israele del cessate il fuoco siglato il 13 ottobre, che prevede in questa prima fase l’interruzione delle operazioni militari e il ritiro delle forze armate di Tel Aviv oltre una linea che taglia a metà la Striscia da nord a sud. Ieri, il bilancio delle vittime dal 7 ottobre 2023 saliva a 67.913 secondo il ministero della Sanità di Gaza.
LA DENUNCIA DELL’ONG: IN CISGIORDANIA “L’ESERCITO INVADE UN VILLAGGIO SENZA MOTIVO”
Violenze stanno interessando anche la Cisgiordania occupata. Come denuncia l’organizzazione Mediterranea in una nota, “la notte scorsa, attorno a mezzanotte e mezza circa ora locale, l’esercito israeliano ha compiuto un violento raid nel villaggio di Tuwani, in Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania occupata, dove è attivo il progetto Mediterranea With Palestine e dove vive il regista premio Oscar Basel Adra, che si trova attualmente in Italia per presentare No Other Land”.Secondo l’ong, “durante il raid sono state sequestrate 5 persone, tra cui una donna incinta e Hafez Huraini, storico leader della resistenza nonviolenta in Masafer Yatta. Bendati e ammanettati, sono stati liberati solo dopo diverse ore. L’esercito ha anche invaso la guest house del villaggio, sfondando la porta. All’interno si trovavano 4 attivisti di Mediterranea e Operazione Colomba, che sono stati minacciati e identificati. Anche un’auto palestinese è stata danneggiata”.Lina, attivista di Mediterranea, ha raccontato: “Abbiamo visto un villaggio terrorizzato, invaso dall’esercito senza alcun motivo. Alcune persone sono state letteralmente rapite per qualche ora. L’uso del terrore è un’arma usata quotidianamente dall’Occupazione israeliana”. Gio, volontario di Operazione Colomba, aggiunge: “I soldati hanno sfondato la porta e sono entrati in guest house col volto coperto e senza fornire alcuna spiegazione. Il loro unico intento era spaventarci”.L’ong conclude riferendo che nonostante il piano di stabilizzazione promosso da Trump, “l’operazione della notte scorsa a Tuwani non è un caso isolato né raro: solo nell’ultima settimana l’esercito israeliano ha effettuato operazioni militari nelle vicine città di Yatta e a Hebron. Per questo Mediterranea Saving Humans è presente in Masafer Yatta con il progetto Mediterranea with Palestine, per compiere azioni di interposizione nonviolenta a protezione della popolazione palestinese e documentare e denunciare quotidianamentei crimini commessi dall’Occupazione israeliana”.
COLONI IMPEDISCONO LA RACCOLTA DELLE OLIVE AI CONTADINI PALESTINESI
Sempre dal West Bank proseguono le prevaricazioni da parte dei coloni su cittadini palestinesi: l’agenzia Wafa riporta che nelle ultime 48 ore coloni israeliani in diverse località hanno impedito la raccolta delle olive ai contadini palestinesi. Nel pressi di Nablus coloni armati hanno intimidito e allontanato gli agricoltori che raccoglievano le olive nella loro terra, insieme ad attivisti internazionali. Le forze di occupazione hanno interrotto la raccolta delle olive addirittura con gas che provocano soffocamento nella città di al-Nazla al-Sharqiya a Tulkarem. E ancora sempre coloni hanno rubato le olive dai terreni degli agricoltori nella città di Al-Mazra’a Al-Sharqiya, a nord di Ramallah, prima della raccolta stessa.
Occupation forces suppress an olive harvest event, causing suffocation in the town of al-Nazla al-Sharqiya in Tulkarm. pic.twitter.com/f2YMoiOo6H— WAFA News Agency – English (@WAFANewsEnglish) October 15, 2025
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