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“Il sole non lo spegni se gli spari”: a Palermo i funerali di Paolo Taormina. L’arcivescovo: “No agli eserciti contro la violenza”


PALERMO – Cattedrale di Palermo stracolma per i funerali di Paolo Taormina, il 21enne ucciso nella notte tra sabato e domenica. La bara bianca è giunta sul sagrato, circondata dagli amici del giovane. “Il sole non lo spegni se gli spari, ‘Rip’ Paolo”: la scritta sullo striscione esposto. Un applauso ha accompagnato l’ingresso del feretro nella Cattedrale.

Presenti ai funerali anche il governatore Renato Schifani, il presidente della commissione Antimafia dell’Ars Antonello Cracolici, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il presidente del consiglio comunale di Palermo Giulio Tantillo e gli assessori comunali Fabrizio Ferrandelli, Mimma Calabrò e Pietro Alongi.

L’ARCIVESCOVO LOREFICE: “VIOLENZA SEMBRA INESTIRPABILE”

“Un dolore inconsolabile. Un urlo che arriva fino al cielo. La morte di un figlio, di un fratello, di un familiare, di un amico. È assurdo che un figlio venga rubato ai genitori, alle sorelle, ai fratelli, agli amici. Alla sua attività lavorativa. Alla comunità cittadina”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nella sua omelia ai funerali di Paolo Taormina, il 21enne ucciso nella notte tra sabato e domenica.”Non abbiamo parole – aggiunge Lorefice -. Perché di fronte al dolore abissale e inspiegabile, le parole non sono nulla”. E ancora: “La violenza sembra (lo diciamo con tristezza) inestirpabile. Passano i secoli, Dio ci parla, si mostra in forma di uomo, muore in croce, annientato dalla violenza. E perdona. Ma si continua ad uccidere. Nessuna motivazione rende legittima l’uccisione di un uomo – aggiunge l’arcivescovo di Palermo -. E piangendo per Paolo piangiamo per tutti i morti, uccisi dalle guerre, dalla mafia, dalla violenza, dal narcisismo delirante, dal culto della forza virile”.Lorefice poi si rivolge ai presenti in Cattedrale: “La giustizia deve fare il proprio corso, in quanto la realtà dei fatti va appurata, rispettata e chiamata per nome. Ma scacciamo dal nostro cuore la voglia di uccidere Caino. La cattiveria e la violenza non giustificano nessuna risposta altrettanto violenta. Vale per la nostra Palermo e vale per la casa comune, la terra sulla quale dobbiamo vivere sempre come ospiti e mai come proprietari. Il riscatto non verrà da altra violenza, ma dal levarsi del desiderio di pace e di giustizia nella vita e nel cuore dei palermitani”.

“LA VIOLENZA NON SI ESTIRPA CON GLI ESERCITI”

“Non sono gli eserciti, non sono le forze di polizia, col loro pur encomiabile servizio, a cui siamo gratissimi, che potranno estirpare la violenza omicida. Possiamo essere solo noi, insieme. Può essere solo Palermo tutta a mettere fine alla spirale della violenza, attingendo alle sue energie interiori, alla sua storia, alla sua umanità”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ai funerali di Paolo Taormina.”Torniamo a educare, a coinvolgerci, a costruire relazioni, a impiegare energie per ritrovare un senso comunitario della vita – ha aggiunto Lorefice -. A visioni di governo delle città, di questa nostra tormentata città di Palermo, nel segno dell’umanità e con uno sguardo dal basso: serviamo la vita. Ogni vita è sacra, ogni volto è il centro della città, destinatario di attenzione e cura”.
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