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“Se mi lasci ammazzo te e tua madre”, minacciata con pistola e cocci di vetro, botte e pugni: così Pamela viveva nel terrore


ROMA – Aggredita con calci e pugni, minacciata con dei cocci di vetro, spinta contro il parapetto del balcone della camera d’albergo e poi le urla: “Ti ammazzo”. Questo è solo uno degli episodi più eclatanti subìti da Pamela Genini, in un anno e mezzo di relazione con il suo aguzzino e killer, Gianluca Soncin. Erano in vacanza insieme, all’isola d’Elba, nell’estate 2024 e non si è trattato affatto di un caso isolato. A raccontare come la 29 enne vivesse nel terrore di quel compagno violento, di 13 anni più grande di lei, è stato l’uomo che per primo ha chiamato le forze dell’ordine per tentare di salvarla.

L’ULTIMA TELEFONATA E IL MESSAGGIO: “È ENTRATO, CHIAMA LA POLIZIA”

L’ex di Pamela, Francesco D., 40 anni, aveva avuto una storia con lei di tre anni, dal 2019 al 2022, ed erano rimasti amici. Anzi l’ex, che è stato sentito dagli inquirenti come testimone chiave della tragedia avvenuta in via Iglesias a Milano due sere fa, era il suo confidente ed è stata l’ultima persona contattata da Pamela poco prima che venisse massacrata con 24 coltellate inflitte sotto gli occhi dei vicini dal suo compagno.

Il 40 enne ha raccontato ai poliziotti dell’ufficio prevenzione generale della questura tutto quello che sapeva della relazione tossica tra Pamela e il suo assassino e ha ricostruito le violenze subite e le paure della ragazza: “Se lo lascio mi ammazza”, gli aveva detto più volte. Però quel martedì pomeriggio aveva trovato il coraggio per chiudere quella storia una volta per tutte e aveva chiamato l’ex proprio per dargli la notizia. “Alle ore 21.22 mentre parlavo al telefono con Pamela lei mi riferiva di sentirsi sola ma che, tuttavia, era contenta di aver trovato il coraggio di lasciare Soncin e di non voler tornare sui suoi passi”, ha detto il testimone nell’audizione con gli inquirenti. Pamela, mentre parlava con lui al cellulare, era sola in casa ma “ad un certo punto l’ho sentita gridare ‘Aiuto’ e poi ha interrotto la telefonata”, ha rivelato il confidente. Al che l’uomo ha tentato di richiamarla più volte ma lei è riuscita solo a mandargli un ultimo allarmante messaggio: “Tesoro, ho paura, ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, non so che fare, chiama polizia”. E così l’ex ha fatto, ma non è bastato a salvarla.

“SE MI LASCI AMMAZZO TE E TUA MADRE”

La testimonianza del confidente di Pamela ha messo in fila episodi gravi avvenuti in un anno e mezzo di relazione, sfociata poi nel femminicidio che ha messo fine alla vita della giovane donna. Pamela Genini da tempo voleva rompere con Soncin ma aveva paura di lui: “Temeva che gli facesse del male a lei e ai suoi genitori”, ha spiegato il testimone agli investigatori. “Le diceva ‘se mi lasci ti ammazzo e ammazzo tua madre'”, ha aggiunto.

MINACCIATA CON UNA PISTOLA

E che lo avrebbe fatto per davvero ne era consapevole Pamela, c’erano stati precedenti gravi che confermavano quanto fosse pericoloso quell’uomo. Episodi riportati anche nel decreto di fermo disposto dalla pm di Milano Alessia Menegazzo. Tra questi, l’aggressione avvenuta durante la vacanza all’isola d’Elba. O quella più recente, dello scorso agosto, a Cervia, quando l’uomo ha minacciato Pamela “con una pistola puntata al ventre”. In qualche modo lei era riuscita ad andarsene e a tornare a Milano.

Nelle “ultime tre settimane” la ragazza “riferiva che si era decisa a lasciarlo”, ma Soncin “in risposta decideva di non lasciare l’appartamento” di via Iglesias, dove si recava spesso. Di recente erano stati insieme in vacanza a Padova: la ragazza aveva acconsentito “temendo un’altra sua reazione violenta”. Ma anche lì le cose non sono andate bene e lui “minacciò anche di uccidere il cane di Pamela”.

I PEDINAMENTI, LA COPIA DELLE CHIAVI

L’ex fidanzato ha poi raccontato come Soncin controllasse la 29 enne: la pedinava, monitorava i movimenti della carta di credito e quindi i suoi. Lei stessa gli aveva rivelato che il 52 enne aveva minacciato di fare una copia delle chiavi del suo appartamento di via Iglesias, ma lei non pensava ancora fosse riuscito nell’intento. Invece proprio martedì sera l’aguzzino è riuscito ad entrare in casa della donna a sua insaputa, armato di un coltello da caccia, pronto a dare seguito a quella minaccia: “Se mi lasci, ti ammazzo”.

SONCIN IN CARCERE CON L’ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO PREMEDITATO E STALKING

Dimesso dall’ospedale Niguarda- dove era stato ricoverato per le ferite autoinflitte al momento dell’irruzione degli agenti- Soncin è stato arrestato ieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dagli atti persecutori e condotto al carcere di San Vittore. A suo carico non risultano precedenti denunce per stalking, né Pamela lo aveva mai denunciato, nonostante le violenze subite.

OGGI L’UDIENZA DI CONVALIDA DEL FERMO

Oggi, giovedì 16 ottobre, l’omicida comparirà davanti al gip Tommaso Perna per l’udienza di convalida. In dettaglio, nel decreto di fermo a Soncin viene contestato l’omicidio con quattro circostanze aggravanti: tra cui quelle degli atti persecutori e della premeditazione per avere ripetutamente “minacciato di morte” la vittima ed essere entrato nell’appartamento di via Iglesias con l’arma del delitto, un coltello a serramanico da caccia, “dopo essersi procurato una copia delle chiavi dell’appartamento”.
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