VENEZIA – Oggi a Venezia sarà sciopero per la prima di Alban Berg Wozzeng e i lavoratori della Fenice terranno nel pomeriggio una assemblea concerto in pubblico in Campo Sant’Angelo per rivendicare che “richiedere eccellenza non è un reato né un gesto di discriminazione. È un dovere morale verso l’arte, verso il pubblico e verso noi stessi”. L’iniziativa è l’ulteriore tappa della bagarre aperta dalla nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale de la Fenice. Lo sciopero è indetto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, con i loro delegati alla Fenice che da settimane, assieme al personale, contrastano “la modalità e il merito della nomina” di Venezi da parte del sovrintendente Nicola Colabianchi, ricorda da Roma la sigla della Cgil che, con Sabina Di Marco (segreteria nazionale), fa appello affinchè con il dialogo si esca dallo scontro. “Auspichiamo- dice- che questa intricata vicenda trovi un’adeguata soluzione nell’interlocuzione con le rappresentanze sindacali, sempre disponibili al dialogo e ampiamente inascoltate, e all’ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori costretti ad alzare i toni per la rigidità da parte del Sovrintendente che non fa altro che mettere in difficoltà La Maestra Venezi, esponendola ad un agone mediatico che va a discapito della sua carriera ed ascesa”.
“LA RIGIDITÀ NON GARANTISCE QUALITÀ”
L’avvertimento sindacale, in sostanza, mette in guardia il vertice del teatro: “Le rigidità e le imposizioni non garantiscono la qualità e l’eccellenza che il teatro merita”. E, al tempo stesso, chiede che ci si concentri sulla “natura chiara” della protesta: “L’attenzione è sulla valorizzazione dell’alta qualità della produzione e del lavoro del Teatro realizzati da professioniste e professionisti eccellenti nei ruoli artistici come in quelli tecnici e delle maestranze”.
Quello che è avvenuto a Venezia, continua Di Marco, “rompe una prassi consolidata che vede, da parte del candidato ad assumere il ruolo di Direttore musicale, dirigere almeno per un paio di volte dove s’ipotizza di proporre la candidatura. Cosa che non è avvenuta per il Maestro Venezi. Il sovrintendente Colabianchi rompendo questa prassi, che non può non avere risvolti di carattere nazionale, e che ha visto tutti i lavoratori delle Fondazioni liriche del paese dare solidarietà alla protesta veneziana, introduce una modalità che non tiene conto della competenza e del valore che l’accoglimento del Maestro musicale da parte dell’orchestra e delle maestranze ha per il buon funzionamento della produzione del Teatro e del suo cartellone”, sottolinea la dirigente sindacale che in Slc è responsabile delle Produzioni culturali.”Riteniamo che questa consuetudine di consultazione attiva debba divenire norma nel prossimo contratto collettivo nazionale in discussione, non per scavalcare l’importante e indiscutibile ruolo del sovrintendente (che peraltro potrebbe non essere strettamente del mestiere), ma per garantire una giusta scelta fatta di un insieme di valutazioni, non da ultima la capacità di trovare consonanza tra chi dirige e chi nell’esecuzione mette in gioco la propria professionalità. Purtroppo (o per fortuna) nell’arte non si possono applicare gerarchie aziendaliste, né ascrizione ad una parte politica nelle nomine, ma è necessaria la condivisione da parte della comunità artistica del valore di ogni singolo componente atto a realizzarla, incluso chi dirige. Pena il crollo verticale della qualità”, avverte Di Marco.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it