di Vincenzo Giardina e Redazione
ROMA – La fornitura di missili a lungo raggio Tomahawk a Kiev alimenterebbe una escalation del conflitto armato in Ucraina: lo ha detto il presidente americano Donald Trump, ricevendo alla Casa Bianca il suo omologo Volodymyr Zelensky. I Tomahawk possono colpire bersagli fino a una distanza di circa 2mila chilometri. “Sono una escalation”, ha detto Trump, “ma ne parleremo”.
IL PRESSING UCRAINO, L’OTTIMISMO DI TRUMP
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a Washington nella giornata odierna, venerdì 17 ottobre, alla ricerca di missili americani in grado di fare pressione sulla Russia, affinché ponga fine alla sua invasione, in corso da tre anni, ma soprattutto per rafforzare il sostegno del presidente Trump, forte del recente successo dopo l’accordo sulla pace in Medio Oriente. Ma Trump sul primo punto, i missili tomahawk, ha temporeggiato: “Speriamo che non ne abbiano bisogno, speriamo di riuscire a concludere la guerra senza pensare ai Tomahawk”, ha detto ai giornalisti prima di iniziare il pranzo di lavoro con il presidente ucraino. “Penso che ci siamo abbastanza vicini”, ha aggiunto in diretta.
FRENO TIRATO DI TRUMP, I MOTIVI
L’incontro alla Casa Bianca segue la telefonata di giovedì 16 ottobre tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin, durante la quale Mosca ha avvertito che la decisione degli Stati Uniti di fornire missili Tomahawk a lungo raggio a Kiev avrebbe fatto aumentare drasticamente le tensioni e compromesso i negoziati. I missili, che potrebbero essere utilizzati per colpire in profondità la Russia, segnalerebbero una “fase qualitativamente nuova di escalation”, ha affermato il Cremlino. Sempre nella telefonata tra Trump e Putin, è stato concordato un vertice Trump-Putin a Budapest. L’incontro è stato concordato nella capitale ungherese, perché “mi piace Orban”, ha candidamente risposto il presidente americano, interpellato a riguardo dai giornalisti. Il vertice di Budapest sarebbe il primo dopo l’incontro di agosto in Alaska che però non ha portato avanzamenti sul fronte della pace tra Russia e Ucraina.
ZELENSKY: “PUTIN NON È PRONTO A FERMARE LA GUERRA”
“Penso che Putin non sia pronto per la fine della guerra in Ucraina ma sono fiducioso che con il tuo aiuto possiamo fermare questa guerra”, ha detto a riguardo il presidente ucraino che all’inizio del suo intervento si è congratulato con Trump per il successo ottenuto con l’accordo sul cessate il fuoco in Medioriente. “Penso che sia uno slancio anche per porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina”, ha aggiunto. Trump ha escluso un incontro a tre a Budapest, ovvero con lui, Putin e Zelensky: “Questi due leader non si piacciono, vogliamo che tutti si sentano a loro agio – ha proseguito- Entrambi negoziano bene ma c’é troppo odio tra loro”.
TRUMP E IL SIPARIETTO SUL LOOK DELL’OSPITE: “CON LA GIACCA MOLTO ELEGANTE, MI PIACE”
Di fronte alla platea dei cronisti, Trump ha mostrato uno spirito propositivo e favorevole nei confronti dell’ospite, tornando a punzecchiarlo sul suo look, cosa diventata ormai un’abitudine, dopo la stroncatura del primo incontro, che aveva avuto un’esito decisamente negativo per Zelensky. Oggi invece Trump ha promosso la scelta di stile di Zelensky: “Penso che sia bellissimo con la sua giacca- lo ha apostrofato davanti alle delegazioni, ai giornalisti e alle telecamere- È bellissimo. Spero che la gente noti che in realtà è molto elegante, mi piace”.
PRESIDENT TRUMP on Zelenskyy’s fashion choice for the day:”I think he looks beautiful in his jacket. It’s beautiful. I hope people notice it’s actually very stylish, I like it.” pic.twitter.com/Qag06KCEqB— Fox News (@FoxNews) October 17, 2025
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