ROMA – Passione per i tatuaggi, immagini celebrative di Benito Mussolini, post espliciti che denotano simpatie per l’estrema destra e avversione per gli stranieri. È questo che traspare facendo un giro sui profili social dei tre ultras di Rieti fermati ieri sera con l’accusa di omicidio volontario dopo l’assalto con sassaiola al pullman del Pistoia basket, costato la vita all’autista Raffaele Marianella.
I tre fermati appartengono al gruppo ultrà della curva Terminillo ed erano già conosciuti alle forze dell’ordine perchè protagonisti di precedenti disordini e tensioni con ‘avversari’ sportivi verificatisi dopo altri incontri di pallacanestro al palazzetto dello sport di Rieti. Si chiamano Manuel Fortuna, Kevin Pellecchia e Alessandro Barberini: i primi hanno 31 anni, il terzo 53.
Se Kevin Pellecchia su Facebook mostra per lo più vita di campagna e animali, Alessandro Barberini condivide diversi contenuti da cui traspare la priorità di ‘difendere’ gli italiani, tanto nello sport che nella vita. Si scaglia ad esempio contro quello che definisce razzismo al contrario nelle narrazioni delle competizioni olimpioniche (con i media che darebbero più spazio agli atleti di colore), oppure promuove raccolte fondi, ma rigorosamente per famiglie ‘italiane’. Lo scorso agosto, poi, Barberini faceva polemica anche verso il nuovo protocollo per la sicurezza nelle curve emesso dal ministero dell’Interno, lamentando regole troppo rigide per le tifoserie.
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