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Tg Ambiente, l’edizione di martedì 21 ottobre 2025

NEL 2024 LIVELLI CO2 DA RECORD, EMISSIONI SI IMPENNANO

I livelli di anidride carbonica nell’atmosfera sono aumentati vertiginosamente, raggiungendo nuovi massimi nel 2024, condannando il pianeta a un ulteriore aumento della temperatura a lungo termine. Lancia l’allarme il Bollettino sui Gas Serra, nuovo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Le continue emissioni di CO2 derivanti dalle attività umane e l’aumento degli incendi boschivi sono le cause di tali livelli di emissione, così come la riduzione dell’assorbimento di anidride carbonica da parte di ‘pozzi del carbonio’ come gli ecosistemi terrestri e gli oceani in quello che minaccia di trasformarsi in un circolo vizioso climatico. Quello che preoccupa è la velocità nell’intensificarsi dell’accumulo di anidride carbonica. I tassi di crescita della CO2 sono triplicati dagli Anni 60, accelerando da un aumento medio annuo di 0,8 parti per milione a 2,4 parti per milione nel decennio 2011-2020. Dal 2023 al 2024, la concentrazione media globale di CO2 è poi aumentata di 3,5 ppm, il maggiore aumento da quando sono iniziate le misurazioni moderne nel 1957.

WWF: CRISI CLIMA STRAVOLGE PRODUZIONI AGRICOLE

Una crisi climatica che rende i prodotti agricoli italiani sempre meno disponibili e sempre più cari. La stagione agricola 2025 ha rappresentato una prova concreta della vulnerabilità del Paese agli eventi climatici estremi. In occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione il Wwf ha acceso un faro su come gli effetti del cambiamento climatico stiano evidenziando la crescente pressione su risorse idriche, produzione e sicurezza alimentare, ma anche sull’urgenza di ripensare modelli colturali, sistemi di irrigazione e strategie di adattamento. Le perdite registrate in diversi comparti mostrano come l’impatto climatico non sia affatto episodico. Male latte, grano, ciliegie, pere, vino, albicocche e tanto altro, ma al tempo stesso l’Italia sta vivendo una trasformazione inattesa: il boom della frutta tropicale. Con l’aumento delle temperature medie e la sperimentazione di nuove tecniche agricole, superfici sempre più ampie vengono dedicate a mango, avocado, papaya, lime e annone, coltivati soprattutto in Sicilia, Puglia e Calabria.

CREDITI CARBONIO FORESTALI, PARTE REGISTRO NAZIONALE AL CREA

In Italia ci sono 10 milioni di ettari di boschi che ora possono trarre beneficio dalle imprese che vogliono contribuire con azioni virtuose a contrastare il cambiamento climatico. Con un decreto firmato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è nato il ‘Registro nazionale dei crediti di carbonio volontari’, che sarà tenuto dal Crea. Stabiliti quindi i requisiti per ottenere i certificati, che corrispondono alla capacità di immagazzinare anidride carbonica sulla base di un progetto di cura delle aree boschive controllato e certificato secondo meccanismi trasparenti e affidabili. In questo modo si potrà generare valore per i proprietari e i gestori dell’area boschiva, ma anche per le comunità locali e lo Stato. I progetti presentati dalle aziende e ritenuti validi dovranno migliorare lo stato dei boschi e avere una durata di almeno vent’anni.

BRACCONAGGIO IN LOMBARDIA, UCCISO RARO PICCHIO NERO

Un raro esemplare di picchio nero è stato soccorso dalla Polizia provinciale di Brescia e trasportato al Centro recupero animali selvatici di Valpredina. L’animale, giunto in condizioni critiche, è risultato colpito da cinque pallini da caccia, come confermato dagli esami radiografici, e presentava una frattura all’ala sinistra. Nonostante le cure ricevute, il picchio è morto a causa delle gravi ferite. Questo episodio non è isolato. Nelle prime settimane di stagione venatoria, infatti, il centro del Wwf ha accolto numerosi animali protetti feriti da fucilate, oltre a uccelli sequestrati dalle autorità perché detenuti illegalmente. Una situazione che si ripete ogni anno, in particolare nelle province di Brescia e Bergamo dove il fenomeno del bracconaggio ha assunto proporzioni allarmanti. Secondo l’associazione servirebbero misure più efficaci dal punto di vista dei controlli e della tutela della biodiversità.
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