BOLOGNA – Salvare i Comuni dell’Appennino dalla cancellazione dall’elenco di quelli ‘montani’ si può. E il ‘come’ lo suggerisce l’Uncem, Unione dei Comuni, Enti e Comunità montane. “Crediamo che scegliere l’elenco storico dei ‘Comuni totalmente montani’ sia una cosa buona. Non esclude l’Appennino, include e rende efficace la classificazione che nasce nel 1952 ed è stata poi aggiornata dal Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della presidenza del Consiglio dei ministri nel 2021. Così, con l’elenco dei totalmente montani, si preservano Alpi e Appennini con serietà e senso di comunione”, spiega Marco Bussone, presidente Uncem. Che lancia la proposta dato che “infuriano le polemiche sulla revisione dei criteri dei Comuni montani, verso un nuovo elenco, come avevamo previsto sin dall’inizio dell’iter della nuova legge montagna e come successo anche nel 2007 con la contrarietà netta di Uncem”.
L’ALLARME DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTRO LA LEGGE ‘ALPICENTRICA’
Nei giorni scorsi era stata ad esempio l’Emilia-Romagna a lamentare una visione del tutto “alpicentica”, un “vero colpo al cuore al nostro Appennino” per via della della nuova legge sulla montagna che anziché ridurre il divario di sviluppo tra le aree più sviluppate e quelle che lo sono meno “non farebbe altro che accentuarle la divaricazione”, come spiegato dall’assessore regionale al Bilancio Davide Baruffi. “L’aspetto più preoccupante”, era appunto la definizione dei criteri che ridurrebbe i Comuni montani in Emilia-Romagna dai 121 attuali a 40, “un taglio dei due terzi”. Inoltre, per i Comuni che restano montani, la “legge prevede di individuare un numero ancora più piccolo” a cui vanno le misure di sostegno sociale e le altre facilitazioni per le realtà montane. “Ecco, tutto questo sarà appannaggio di una élite ancora più ristretta di territori. Questo- secondo Baruffi- per dare conto di come ancora di più rischia di essere tagliato fuori il nostro Appennino”.
GLI ESPERTI CHE DEVONO INDICARE I CRITERI PER CUI COMUNE È MONTANO OPPURE NO
A inizio di ottobre la la Conferenza Unificata ha nominato i sei esperti che collaboreranno alla definizione dei criteri per la nuova classificazione dei Comuni montani. “Con la nomina degli esperti, è ufficialmente avviato l’iter per il decreto di classificazione dei Comuni montani, che terrà in considerazione i diversi tipi e caratteristiche delle montagne presenti nel nostro Paese. In questo modo- aveva aggiunto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli- potremo poi procedere con l’assegnazione delle risorse che andranno a soddisfare le esigenze delle vere terre alte, riducendo i divari con le altre zone del Paese”.Calderoli ha proposto a Regioni, Province e Comuni di indicare i sei esperti che collaboreranno con gli Affari regionali “perché ritengo fondamentale l’ascolto dei territori. Gli Enti territoriali hanno accettato e dunque li ringrazio per la collaborazione, che anche in questa occasione si è dimostrata proficua. Gli esperti nominati sono professionisti di alto livello, riconosciuti per la loro professionalità e competenza su questi temi. Sono certo sapranno dare il loro importante contributo e auguro a tutti un buon lavoro”. I sei esperti nominati sono: per Regioni Davide Genna, Pietro De Camillis, Valentina Flore; per Upi Michele Artusato; per Anci: Tiziano Maffezzini, Mariano Allocco. Dal 20 settembre ci sono 90 giorni per adottare il dpcm che definisce i criteri per la classificazione dei Comuni montani a cui si applicano le disposizioni della legge Montagna, in base ai parametri altimetrico e della pendenza.
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