ROMA – Sabir, il Festival della società civile del Mediterraneo, torna per l’undicesima edizione a Palermo, dal 23 al 25 ottobre, presso i Cantieri Culturali alla Zisa. Il Festival, nato nel 2014 ad un anno dalla strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, è organizzato da Arci in collaborazione con A Buon diritto, Acli, Altreconomia, Arcs, Asgi, Caritas italiana, Carta di Roma, Cgil, Ucca, Unire, con il contributo di Gruppo Hera, Bper:, Fondazione Finanza Etica, Valori, e la media partnership del quotidiano Il Manifesto e della Dire, Agenzia di stampa nazionale.
Nelle giornate del Festival Sabir si alterneranno incontri internazionali, formazioni, conferenze e seminari, che vedranno la presenza di decine di reti associative e movimenti, centinaia di attivisti e ospiti, molti dei quali provenienti da Paesi del Mediterraneo ed europei.
Tra le novità di questa edizione la collaborazione con il Festival delle Letterature Migranti e la 56° sessione del Tribunale permanente dei Popoli, dedicata alle violazioni dei diritti umani dei migranti da parte degli stati del Maghreb, dell’Unione europea e dei suoi stati membri, che si terranno in concomitanza con il Festival Sabir, sempre negli spazi dei Cantieri culturali alla Zisa.
Molti anche agli eventi culturali, con mostre, installazioni, talk e libri, spettacoli e concerti. Ad accompagnare i tre giorni del Festival Sabir anche le ‘Lezioni mediterranee’, una selezione di incontri a cura di Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, esperto di Storia mediterranea.
Le serate del Festival Sabir saranno invece animate da spettacoli e performance – Uomini o caporali, monologo di e con Francesco Stella, P.O.V. – Point of View by ProgettoAmunì, Circus show by the Palestinian Circus – e dalla musica live, con Flo in concerto con Brave ragazze, Manuel Brando from Krikka reggae, Alfio Antico + Go Dugong Dj Set e Murubutu Live With Band – Opening Act Tara.
Al termine del Festival, il 26 ottobre, l’evento Sabir incontra Ustica, con la visita al cimitero dei deportati libici sull’isola. Il ritorno a Ustica, spiegano gli organizzatori, significa rinnovare l’omaggio ai resistenti libici lì sepolti, per innaffiare simbolicamente l’olivo che è stato piantato in memoria, e per ascoltare dalla viva voce degli isolani la storia delle deportazioni coloniali e del confino di Gramsci e degli altri antifascisti, anche loro relegati nell’isola.
Al link www.festivalsabir.it informazioni sul Festival e il relativo programma.
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