Il sistema imprenditoriale della provincia di Viterbo chiude il terzo trimestre del 2025 con un saldo positivo di 82 unità, registrando tra luglio e settembre una crescita diffusa in linea con il rafforzamento della vitalità nazionale e posizionando il Lazio tra le regioni più dinamiche. I dati provengono dall’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere secondo cui “l’Alto Lazio contribuisce attivamente alla crescita del Centro Italia”. Il saldo complessivo positivo è di 117 aziende. La provincia di Viterbo, in particolare, registra il saldo più consistente, con 82 imprese in più e un tasso di crescita trimestrale dello +0,23% mentre la provincia di Rieti chiude il trimestre con un saldo di +35 imprese, pari a un tasso di crescita dello +0,24%. La crescita complessiva è trainata in larga parte dalle società di capitali, che continuano a generare la quasi totalità dell’incremento dello stock imprenditoriale, riflettendo il trend nazionale. L’analisi settoriale evidenzia come il settore delle costruzioni sia il principale motore della crescita in termini assoluti, mentre altri comparti tradizionali come commercio e agricoltura mostrano difficoltà. Nel Viterbese, in particolare, vola l’artigianato. Scendendo nel dettaglio dell’analisi a Viterbo e provincia il settore delle costruzioni registra un tasso di crescita del +0,33%. Tiene anche il comparto dell’ospitalità, attività di alloggio e ristorazione: +0,16%. Sul fronte manifatturiero la Tuscia registra un rialzo rispetto agli ultimi trimestri: +0,17% a fronte di un dato nazionale vicino allo zero. In una lieve crescita le attività amministrative e di servizi di supporto e delle attività professionali, scientifiche e tecniche. Le note dolenti arrivano dall’agricoltura con un – 0,14% e dal commercio che registra una contrazione pari al −0,50%. Va rilevata invece la buona performance dell’artigiano dopo molti trimestri negativi: la provincia di Viterbo risulta prima in Italia per tasso di crescita trimestrale con un +0,87% (a fronte di una media nazionale di +0,15) dovuta ad un saldo positivo di 61 imprese artigiane (148 iscrizioni e 87 cessazioni). |