BERGAMO – Un feretro di mogano bianco, coperta da rose rosse, le parole del sacerdote: “Siamo qui in una giornata di sole perché Pamela è un raggio di sole nei nostri cuori”. Questa mattina la famiglia, le amiche e la comunità di Strozza, in provincia di Bergamo, ha dato il suo ultimo saluto a Pamela, tra “le donne sfigurate dai flagelli dell’egoismo e della prepotenza di uomini capaci solo di possedere e incapaci di amare”. Così il parroco don Luigi Carminati ha pregato per lei nella chiesa di Sant’Andrea nel corso della cerimonia funebre per la 29enne uccisa a Milano 10 giorni fa con oltre 30 coltellate dal compagno Gianluca Soncin.
L’ULTIMO SALUTO A PAMELA, CHI C’ERA
La bara bianca è entrata nella piccola chiesa accompagnata dalla note della ballata del film “L’ultimo dei mohicani”. Nelle prime panche la mamma Una Smirnova con gli altri due figli e il compagno e altri parenti stretti, poco più indietro le amiche di Pamela, Elisa Bartolotti e Nicole Limonta, volti e nomi che in quest’ultima settimana sono apparsi più volte sui media, a seguito della tragedia. Presenti anche le istituzioni locali, con i sindaci della Valle Imagna e i rappresentanti della comunità montana.
L’AMICA ELISA: “CHISSÀ QUANTE ALTRE BUGIE INVENTERÀ ANCORA SONCIN”
Dell’accaduto, prima di entrare in chiesta, parla con i giornalisti solo l’amica Elisa che aveva incontrato Pamela poche ore prima del femminicidio, a Lugano, dove la 29 enne voleva trasferirsi per sfuggire al suo aguzzino e per iscriversi all’università, e del suo futuro avevano parlato. Elisa porta con sè un mazzo di fiori bianchi: “Le piaceva il bianco, era una solare piena di vita, solare, dolcissima, manca tanto”, dice ai cronisti che la fermano. E poi “Soncin? Vediamo quando parla quali altre bugie inventerà, visto che è sempre stato bugiardo”, è la risposta-sfogo. E poi il congedo:” Adesso è il momento del dolore e di andare a pregare per lei”.
IL PARROCO: “LA STORIA DI PAMELA SEGNATA DA TANTE SPACCATURE”
Quindi l’omelia: “Siamo davanti a questo feretro a fare i conti con la vita che, continuamente, impone di accettare delle spaccature, il più delle volte senza preavviso”, dice il parroco. “La tua storia Pamela – continua- è segnata da tante e profonde spaccature”, come il “dolore grande” per l’incidente sul lavoro in un cantiere accaduto a suo padre, Sergio, reso infermo quando Pamela era ancora una bambina. Un evento che l’ha segnata, spiega don Carminati, che l’ha resa “tanto delicata quanto fragile, che con il tempo l’hanno portata a rifugiarsi dietro l’immagine bella e forte di lei, nascondendo paure e sofferenze per non preoccupare e non ferire”. E ancora: “Potremmo passare il resto della nostra vita a chiederci se avremmo potuto fare qualcosa, se le cose fossero andate diversamente”, manda a dire il parroco, cercando di lenire il dolore ad amici e familiari. Ma “di se e di ma in questi giorni se ne sono detti e scritti tanti. L’amore è esserci anche quando non possiamo fare niente”, ricorda.
Nell’omelia anche un passaggio sul “pensiero perverso di tutti coloro che ancora credono che la donna sia solo un oggetto di piacere, un’immagine da mostrare, merce di scambio e di guadagno, illudendole di incoronarle a reginette, ma con corone di spine, che violano l’identità. Signore- è la preghiera- purifica il loro sguardo”.La cerimonia funebre è terminata sulle note d’organo di “Nothing compares to you”, di Sinead O’Connor: poi in silenzio il corteo ha accompagnato la bara bianca verso il cimitero. Alla fine della cerimonia funebre c’è stato anche un applauso.
FIORI, FOTO E DEDICHE SULLA PANCHINA ROSSA
Il funerale doveva tenersi ieri, giovedì 23 ottobre, ma – a causa della pioggia- è stato spostato a questa mattina. Vista anche l’attesa affluenza, il Comune ha attivato trentacinque persone tra volontari, Protezione civile e carabinieri a riposo per gestire le auto verso i parcheggi predisposti. Accanto alla chiesa si trova da diversi anni una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. In questi giorni è diventata un luogo di raccoglimento spontaneo: i cittadini vi portano fiori e lumini. Tra le altre cose, è stata deposta una fotografia di Pamela, con accanto una frase di Sant’Agostino e una poesia dal titolo “La morte non è niente”.
L’AMICA NICOLE: “FORSE POTEVO FARE QUALCOSA MA LEI NON MI HA MAI DETTO NIENTE”
Subito dopo il funerale, parla ai cronisti anche l’altra amica di Pamela presente, Nicole Limonta, che ha testimoniato come un anno fa avesse accompagnato la 29enne in pronto soccorso dopo un pestaggio. “Purtroppo era da un anno che non sapevo più niente di questa storia. Non ho mai visto nessun segno su di lei, un livido. Forse potevo fare qualcosa ma lei non mi ha mai detto niente”, sottolinea tra le lacrime. “Denunciare? Glielo avevo detto un anno fa dopo il red carpet di Venezia, di andare a denunciare. Però il problema è che il codice rosso non è partito”, ribadisce la donna. Poi sull’assassino di Pamela: “Soncin? Non è giusto che abbia tolto una vita, soprattutto considerando che lui aveva già vissuto la sua: era già molto grande, mi sembra già sposato e con dei figli. Pamela, invece, purtroppo, non ha avuto la possibilità di vivere la sua vita. È davvero una cosa vergognosa”.
(foto da screenshot video)
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