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VIDEO | Dall’Ue aiuti all’Ucraina fino al 2027 con “tutte le opzioni possibili”


dal corrispondente Alessio Pisanò

BRUXELLES – Nessun veto è stato imposto tra i 27 capi di Stato e di governo che hanno partecipato ieri al Consiglio europeo a Bruxelles, ma l’accordo è soddisfare tutti i bisogni dell’Ucraina fino al 2027 per permettere a Kiev di “difendersi” e di essere in una buona posizione per negoziare con la Russia. Nella conferenza stampa a margine della riunione terminata dopo cena il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, sgombra lo spazio dalla visione di un vertice di Bruxelles azzoppato dal veto di Belgio e Ungheria sull’uso degli asset finanziari russi congelati con le sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina.

LE TRE CONDIZIONI DI DE WEVER

Il premier belga ha posto tre condizioni per mettere mano ai 180 miliardi di euro bloccati nei depositi di Euroclear, l’istituzione finanziaria con sede a Bruxelles che detiene la maggior parte delle attività russe congelate. Il premier Bart De Wever chiede che ci sia piena mutualizzazione dei rischi (con garanzie degli Stati), che tutti gli Stati siano disposti a intervenire in caso di richiesta di rimborso se ordinato da un arbitrato internazionale o dovuto per mancato rinnovo delle sanzioni europee alla Russia, e che anche altri Paesi come Gran Bretagna e Norvegia utilizzino gli asset congelati. La Commissione ha ricevuto il mandato nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo a 26 Stati – senza l’Ungheria sempre scettica sull’isolamento di Mosca – per valutare tutte le opzioni e presentare il prima possibile ai leader Ue al prossimo vertice di dicembre. Concluso l’esame tecnico e legale sulla compatibilità con il diritto internazionale e dopo il nulla osta sulla del presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, e della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, l’Esecutivo europeo è chiamato ora a definire i dettagli per raggiungere un accordo politico.

Non è passato inascoltato l’appello che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rivolto ai leader nelle prime ore dei lavori. Nelle conclusioni orfane di Budapest i leader si impegnano a fornire tutto il supporto militare necessario a Kiev e a mettere pressione sulla flotta ombra utilizzata dalla Russia per aggirare le sanzioni imposte da Bruxelles. Nel testo si esprime apprezzamento per il 19esimo pacchetto di sanzioni per vietare dal 2027 dell’import di gas naturale liquefatto e di interrompere le transazioni di a Rosneft e Gazpromneft. Il testo di conclusioni finali accenna negli altri capitoli “alla prima fase del piano per il conflitto nella Striscia di Gaza del presidente statunitense, Donald Trump” ed elogia gli sforzi diplomatici di Washington. Da parte sua l’Ue “continuerà a contribuire agli sforzi per la pace e a impegnarsi con i partner”, a “sostenere l’Autorità per la Palestina” chiedendo allo stesso tempo a Israele di sbloccare i finanziamenti per permetterle di fare riforme. Sulla difesa i leader hanno concordato, come proposto in una lettera dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di creare nella prima metà del 2026 e coalizioni per le capacità nei nove ambiti – dai sistemi anti-drone all’intelligenza artificiale, fino agli abilitati strategici – e di proporre i primi progetti nel campo. Nel campo della competitività la Germania ha ottenuto la convocazione di un Consiglio europeo straordinario tematico per il prossimo 12 febbraio 2026. Per la prima volta in un testo di conclusioni il concetto della neutralità tecnologica viene considerato rispetto al settore dell’automotive.

La Commissione annuncia anche la fissazione di obiettivi chiari per l’industria europea nel settore delle batterie elettriche per rendere l’Unione europea più indipendente. In ambito climatico la Commissione europea invita i ministri dell’Ambiente a stabilire il target per il taglio delle emissioni al 2040. Palazzo Berlaymont ha proposto di portarle al 90% in meno rispetto ai livelli del 2040, promettendo di procedere a una clausola di revisione e di considerare i livelli di riduzione del carbonio e un livello adeguato di crediti internazionali sulle emissioni evitate con attività extra-Ue. “Gli obiettivi restano, ma con la flessibilità per gli Stati di decidere in base ai singoli settori”, ha dichiarato von der Leyen. La direzione della Commissione europea per rispettare i termini dell’accordo di Parigi e l’obiettivo di limitare il riscaldamento climatico entro il grado e mezzo entro al fine del secolo è tracciata ora, come ha detto Antonio Costa, su un approccio “ambizioso e pragmatico”.
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