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Sanità, Sands (Fondo Globale): “C’è ancora più bisogno dell’Italia”


ROMA – C’è bisogno dell’Italia, ancora una volta e forse ora più che mai. Lo sottolinea Peter Sands, direttore esecutivo del Fondo globale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria.L’occasione per le sue parole è un’intervista con l’agenzia Dire, a margine di un incontro sull’Africa organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Si parte da un’analisi del 2025, un anno segnato sin dall’inizio da nuove difficoltà nel sistema della cooperazione multilaterale, come risulta evidente dalla scelta degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “Siamo”, sottolinea Sands, “in una fase di riflessione e valutazione”.

Il Fondo globale, un’organizzazione nata nel 2002 con sede a Ginevra, ha la missione di rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi più fragili. La dimensione finanziaria è dunque fondamentale, sottolinea il direttore: “Siamo impegnati nell’ottava campagna di rifinanziamento triennale e il 21 novembre, alla vigilia del vertice del G20, riuniremo i nostri donatori affinché impegnino risorse”.L’appuntamento rappresenta una sfida. “Molti donatori stanno ripensando il loro approccio e le loro priorità”, sottolinea Sands, “ma ci sono opportunità e nuove tecnologie che permettono di riformare il modo in cui lavoriamo per la salute globale”.

Tra le innovazioni promettenti figurano il farmaco antivirale anti-Hiv lenacapavir, il rilevamento della tubercolosi basato sull’intelligenza artificiale e zanzariere “smart”, più efficienti.Il direttore continua: “Due settimane fa la Germania ha annunciato un impegno da un miliardo di euro per i prossimi tre anni a favore del Fondo globale, e ci sono state poi anche altre decisioni, come quelle della Spagna, della Norvegia e del Lussemburgo”. Contributi giungeranno ancora da donatori privati, come la Children’s Investment Fund e la Gates Foundation. E il direttore menziona l’Italia: “Speriamo che continui a mostrare il forte sostegno che ha dato sin dall’inizio”.Il Fondo globale, in effetti, nacque a seguito di una decisione presa a Genova, in occasione del vertice del G8. “All’epoca il primo ministro era Giuliano Amato e da allora l’Italia non si è mai fermata”, ricorda Sands. “Per l’ultimo ciclo di rifinanziamento, nel 2022, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha messo a disposizione 185 milioni di euro”.

Secondo il direttore, nuove sinergie potrebbero svilupparsi in collegamento con il Piano Mattei, l’iniziativa del governo italiano che promette una cooperazione ‘alla pari’ con l’Africa.”Il Fondo globale è il maggiore fornitore multilaterale di finanziamenti per la sanità”, dice Sands, “e dunque il partner ideale per contribuire in modo complementare a raggiungere gli obiettivi del Piano Mattei”.Una convinzione, questa, corroborata dai fatti. “Vediamo le potenzialità giorno per giorno”, sottolinea Sands, “lavorando sul campo insieme a tante organizzazioni della società civile italiana, da Medici con l’Africa Cuamm alla Comunità di Sant’Egidio”.Secondo stime del Fondo globale, una campagna di rifinanziamento di successo può contribuire a salvare fino a 23 milioni di vite tra il 2027 e il 2029. Parallelamente, potrebbe essere ridotto del 64% il tasso di mortalità per aids, tubercolosi e malaria rispetto ai livelli del 2023. In questo modo, sempre secondo le previsioni, si rafforzerebbero i sistemi sanitari e comunitari per combattere nuove epidemie.
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