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Il sax sulla bara, la folla in strada: l’ultimo saluto a James Senese | VIDEO


NAPOLI – “Grazie per il tuo talento, per la tua militanza, per la tua ricerca, per la tua professionalità. Ci hai fatto scoprire che l’amicizia può diventare fratellanza”. Con queste parole Enzo Avitabile ha ricordato oggi, nel giorno dei funerali, James Senese.

“Per me James – racconta Enzo Gragnaniello – è stato l’alternativa alla musica napoletana tradizionale. È l’unico che è riuscito a stimolare tutti i musicisti in Italia. È stato un punto di riferimento importante, un artista con una semplicità unica e tutto istinto. Una grane icona”.

Un intero quartiere, una città, e non solo, hanno partecipato all’ultimo saluto a Senese. Grande commozione lungo la strada che il feretro ha percorso fino ad arrivare alla chiesa, gremita, della Madonna dell’Arco a Miano. Un lungo applauso, insieme alla sua musica che risuonava, hanno accompagnato la bara – dove durante la cerimonia funebre è stato appoggiato un sax – al termine delle esequie.

“Mi viene difficile immaginare Napoli senza James Senese”, ammette Roberto Fico. “Rappresentava – spiega ai giornalisti il candidato presidente alla Regione Campania – un’unione tra popoli, tra terre lontane, una sonorità tutta sua, molto profonda, molto particolare. Quando suonava il suo sassofono era irraggiungibile nella forza, nell’intensità, nell’espressione”.

“Una grande persona” per il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “È stato – dice – uno dei grandi cantori della città e ha anche rappresentato l’anima multiculturale della nostra città, la grande creatività dei quartieri di periferia. Lui amava moltissimo Miano, ne abbiamo parlato, ci teneva che il quartiere fosse valorizzato. Faremo di tutto per onorare la sua memoria”.

E commosse sono le parole di Tullio De Piscopo, batterista, e Tony Esposito, percussionista, nel ricordare il fondatore di Napoli Centrale. “James – dicono – ha passato un’infanzia difficile, farsi accettare, negli anni Quaranta, non è stato facile anche in una città fantastica come Napoli. Aveva due strade: o la malavita o l’arte. E ha scelto l’arte. Noi ci abbiamo vissuto quarant’anni, il suo suono sarà difficile da ritrovare. Lui come Pino Daniele ha rappresentato il riscatto di una parte di città. Se n’è andato un ragazzo”.
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