ROMA – L’America non è un Paese per rifugiati. Con un comunicato diffuso oggi, l’amministrazione di Donald Trump ha fatto sapere che il numero di coloro che cercheranno protezione negli Stati Uniti diminuirà drasticamente: si passerà infatti, dai 125mila ammessi nel 2025 ai soli 7500 nel 2026. Una decisione “giustificata da preoccupazioni umanitarie e dall’interesse nazionale”. Le porte a stelle e strisce, inoltre, saranno aperte principalmente per gli “afrikaner”, vale a dire gli africani bianchi discendenti dei coloni europei, “e altre vittime di discriminazioni illegali o ingiuste nelle rispettive patrie”.
Una decisione, quella sui rifugiati, del tutto in linea con la battaglia all’immigrazione che Trump e la sua amministrazione stanno portando avanti. In particolare, il tema degli afrikaner, è stato affrontato dal presidente degli Stati Uniti già nei mesi scorsi: il tycoon è convinto che in Sudafrica sia in atto un vero e proprio “genocidio dei bianchi” e ha sostenuto la sua tesi anche durante l’incontro avuto a maggio scorso proprio con il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa. Un faccia a faccia, definito dai media statunitensi “imboscata”, in cui Trump ha accusato il suo omologo di non difendere gli agricoltori bianchi dalle violenze che subiscono. “Le loro terre vengono espropriate, loro vengono uccisi e il governo non fa nulla”, aveva detto il tycoon in quella occasione.
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