ROMA – “Stamattina dovevo fare le analisi e mi sono fatto tirare il sangue dall’altro braccio perché di qua volevo che non fosse toccato niente”. Di “qua” c’è lo scudetto del Napoli tatuato, a pelle, il terzo, il “suo” scudetto. Luciano Spalletti, da navigatissimo mattatore delle conferenze stampa disinnesca il tranello del tradimento alla presentazione da nuovo allenatore della Juventus. E’ un solco già tracciato l’anno scorso dallo “juventino” Antonio Conte che a Napoli scelse pubblicamente di non rinnegare affatto quella sua fisiologica juventinità. Orgoglio, e non pregiudizi. Ecco il tema.
Spalletti deve “aggiustare” la traiettoria che dalle stelle napoletane lo aveva portato alle stalle della Nazionale. La Juve è la sua grande opportunità: “Ho delle sensazioni bellissime, conosciamo la storia di questo club. C’è una grande aspettativa e entrarci dentro è una bellissima emozione”.
Per cui ecco la parola chiave d’ogni premessa che si rispetto: “scudetto”. Perché no? “Se non avessi creduto che questa squadra abbia delle potenzialità, perché avrei dovuto accettare un contratto di 8 mesi? Posso fare un bel lavoro con loro. Ci vedo delle possibilità di mettere a posto alcune cose. Le ambizioni sono alte: dobbiamo provare a rientrare in Champions League e rimettere le cose in pari, perché le altre squadre corrono forte. E Sì, spero di rientrare nel giro Scudetto. Anzi, è ciò che si commentava ieri nello spogliatoio. Le intenzioni devono essere al massimo, mancano tante partite. Ne ho viste di tutti i colori in 30 anni di professione e non vedo perché debba accontentarmi. Tenterò di metterci ancora più mano”.
Tornando al Napoli, scurdammoce o passato? Ma quando mai: “Io ho lasciato in tutte le città dove ho allenato qualcosa e mi ricordo bellissime cose. A Napoli è venuta fuori una cosa superiore per la bellezza del calcio che abbiamo fatto e per quello che abbiamo portato a casa, uno scudetto bellissimo e importante. Ho instaurato un rapporto con quella gente particolare per cui rimarrà così, rimarrà tutto intatto da parte mia. Per me non cambierà niente, io avrò sempre tantissimi amici a Napoli, dai quali ho ricevuto anche dei messaggi perché poi tornerò a Napoli che è una città che mi rimarrà sempre nel cuore aldilà di quelle che saranno le scelte professionali. Questo fatto di estrapolare quello che io ho detto su Napoli e della fine del rapporto, che non mi sarei messo nessuna tuta di nessun altra squadra, riguardava quella stagione lì; io vado a dire al presidente che poi se mi lascia libero è meglio ma non per andare in nessun altra squadra. In quella stagione non avrei messo nessun altra tuta di nessun altra squadra come poi è stato. Poi ho avuto anche delle possibilità, tutti le hanno se vincono il campionato con il Napoli. Poi non posso mica smettere di fare l’allenatore perché sono stato un anno al Napoli”.
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