| CIVITAVECCHIA – A una settimana dall’eliminazione del turno notturno per gli operatori di Csp, il bilancio è tutt’altro che positivo. Basta fare un giro per le strade di Civitavecchia per rendersene conto: sacchi di rifiuti lasciati a terra per ore dopo l’esposizione, marciapiedi invasi dai mastelli e mezzi di raccolta bloccati nel traffico mattutino di ingresso e uscita dalle scuole. Le segnalazioni dei cittadini si moltiplicano, così come le foto e i commenti sui social che testimoniano un disagio ormai quotidiano. Sui social, però, non mancano anche le reazioni “istituzionali”. Tra i più attivi, il consigliere di amministrazione di Csp Alessio Gatti, che ha risposto duramente a una cittadina lamentatasi della sporcizia e dei ritardi nella raccolta: «Quelli che abitano lì sono peggio degli abitanti delle favelas – ha scritto – altrimenti sarebbero più civili e utilizzerebbero il mastello. Ci abitano parecchi zozzoni a cui a breve non porteremo via più niente se non iniziano a comportarsi da persone civili. Con l’utilizzo dei mastelli questi schifo non esisterebbe. Probabilmente quando si formerà una montagna di rifiuti davanti casa capiranno che chi lavora va rispettato invece di continuare a fare schifo e poi lamentarsi di ritardi e disservizi. Al posto degli operatori mi sarei rifiutato di raccogliere. Una persona corretta e 30 zozzi maleducati che pensano che i lavoratori siano dei monnezzari al loro servizio. Gli operatori quando vedono una cosa del genere farebbero bene a tirare dritto». Un tono che ha sollevato polemiche e acceso ulteriormente il dibattito sul livello del servizio e sulla gestione del rapporto con l’utenza. È vero che molti cittadini espongono i rifiuti in modo scorretto, senza utilizzare i mastelli previsti, ma questo non basta a giustificare la situazione di degrado diffuso. I mastelli stessi, infatti, vengono spesso lasciati in strada per lunghe ore, diventando bersaglio del vento e ricettacolo di altra sporcizia: passanti che li usano come cestini improvvisati, sacchetti abbandonati accanto, perfino deiezioni canine. In centro, dove le abitazioni sono piccole e senza spazi condominiali, il problema è ancora più evidente. E la soluzione dei “cassonetti intelligenti”, invocata da diversi cittadini, non sembra del tutto fattibile per lo stesso Gatti. «Per coprire tutta la città servirebbero oltre cinque milioni di euro – ha spiegato Gatti – con i fondi regionali stiamo acquistando 6-8 ecostazioni e ne avremo altre 4 donate da Enel Sole. Ma con 10-12 postazioni copriremo solo un paio di quartieri. Per servire tutta la città ce ne vorrebbero almeno 40 o 50». Il quadro che emerge è quello di un sistema di raccolta differenziata in evidente affanno organizzativo. La scelta di eliminare il turno notturno, probabilmente legata a esigenze di razionalizzazione dei costi, si sta traducendo in disservizi e malcontento. E mentre cittadini e amministratori si rimpallano le responsabilità, la città si ritrova più sporca e con una raccolta differenziata che , almeno per ora, sembra molto lontana dal funzionare come dovrebbe. ©RIPRODUZIONE RISERVATA |