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Vlahovic non basta, la Juventus fa 1-1 con lo Sporting Lisbona: qualificazione in salita

QUI NAPOLI-EINTRACHT FRANCOFORTE. Primo in campionato, costretto a inseguire in coppa. Il Napoli manca la svolta in Champions League, pareggia al “Maradona” contro un Eintracht Francoforte attento e ordinato, arrivato a Fuorigrotta con l’obiettivo di strappare un punto e riuscito nel suo intento. La squadra di Conte, reduce dalla figuraccia di Eindhoven, non va oltre lo 0-0 casalingo e si complica la vita in ottica qualificazione ai playoff, che resta comunque alla portata dei campioni d’Italia, che salgono a 4 punti proprio come i tedeschi. Ma adesso, nel prossimo match sempre al ’Maradonà contro Qarabag, per Di Lorenzo e compagni non saranno più ammessi passi falsi. I padroni di casa – che ritrovano Lobotka in cabina di regia – partono forte, soprattutto per merito di Elmas, il più ispirato in mezzo al campo. Il macedone prima calcia da fuori trovando l’involontaria deviazione di McTominay, poi costringe Zetterer a un intervento non semplice. Se l’out mancino funziona a destra il Napoli fa fatica a spingere con Politano, alla lunga poi i campani abbassano il ritmo e l’Eintracht ne approfitta per rifiatare e prendere le misure in campo. Al Napoli sembra mancare fluidità e lucidità nell’ultimo passaggio, e nella ripresa la situazione non migliora, anzi i tedeschi prendono fiducia e alzano il baricentro dopo un primo tempo piuttosto guardingo. Milinkovic Savic salva sul neoentrato Knauff, che calcia forte ma centrale, dalla parte opposta difettano di precisione prima Anguissa poi McTominay, sempre insidiosi (e infatti esentati dai cambi) ma questa volta poco precisi. La contesa scorre senza grossi sussulti fino al 95’, quando Hojlund in girata in mischia riesce solo a scalfire i guantoni di Zetterer. Troppo poco per buttar giù il solido muro dell’Eintracht e riscattare il brutto ko in Olanda. QUI JUVENTUS-SPORTING LISBONA. Il percorso in Champions si complica, ma le indicazioni per il futuro sono positive. La “prima” all’Allianz Stadium di Luciano Spalletti regala un 1-1 agrodolce contro lo Sporting Lisbona che porta con sé tanti rimpianti ma lascia intravedere anche sprazzi di luce in fondo al tunnel, dato che la Juventus nel giro di una settimana sembra già esser diventata un’altra squadra rispetto a quella grigia e confusa che ha raccolto tre sconfitta consecutive tra Como, Real Madrid e Lazio. Il terzo pareggio su quattro gare di coppa però rinvia ancora il primo appuntamento con la vittoria in Europa, e ora l’accesso ai playoff si complica ulteriormente. Il calendario presenta due match in casa con Pafos e Benfica e due trasferte insidiose, ma non proibitive, contro Bodo Glimt e Monaco, ma di certo la Juve dovrà iniziare a macinare gioco e soprattutto successi per non salutare prematuramente la Champions League già nel girone. Contro i portoghesi la Juve si è fatta apprezzare per ritmo, capacità di reagire al vantaggio iniziale di Araujo e determinazione feroce, che si è concretizzata in duelli vinti e pressing a tutto campo, che ha soffocato a lungo gli ospiti. Locatelli e compagni partono bene ma al primo affondo è lo Sporting a passare in vantaggio, con una bella azione avvolgente che sorprende la retroguardia bianconera, trafitta dal diagonale chirurgico di Araujo. La Juve tentenna, Trincao subito dopo colpisce la traversa, ma dopo lo sbandamento iniziale i bianconeri reagiscono veementemente, con forza e idee, trascinate da un Vlahovic in versione capopopolo. Il serbo di testa costringe Rui Silva al miracolo, poi trova ancora la via della conclusione per far centro infine al quarto tentativo, nel momento di massima pressione bianconera, in scivolata su perfetto suggerimento di Thuram. La Signora non si accontenta del pareggio, a conferma del nuovo approccio portato da Spalletti, e va a un soffio dal 2-1 con Conceiçao, murato da un difensore al momento di calciare su cross basso di Yildiz. Rispetto a un primo tempo frizzante nella ripresa cala il ritmo e di conseguenze le difese riescono ad arginare più agevolmente gli attacchi. Spalletti prova a pescare energie fresche dalla panchina e apre il laboratorio degli esperimenti, tra Cambiaso in mezzo al campo, Yildiz punta centrale e Miretti in cabina di regia. I padroni di casa perdono però certezze e distanze, spegnendosi poco a poco, anche se nel finale tornano a premere con insistenza. L’occasione giusta capita in pieno recupero sulla testa di David, l’ultima carta disperata per l’assalto conclusivo, che però trova sulla sua strada Rui Silva che costringe la Juve a un altro pareggio amaro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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