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Mafia nigeriana: l’operazione tocca anche Viterbo

Ha toccato anche Viterbo la maxi operazione contro la mafia nigeriana partita da Vicenza, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Venezia. Il blitz dei carabinieri, scattato ieri mattina, ha interessato oltre alla provincia di Vicenza e altre del Veneto anche quelle di Viterbo e Frosinone. I militari hanno eseguito 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti, volte a disarticolare un’organizzazione criminale costituita da persone nigeriane e radicata a Vicenza. Gli indagati sono tutti cittadini di nazionalità nigeriana, di età compresa tra i 25 e i 57 anni. Avrebbero fatto parte di un’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di cocaina ed eroina, con base operativa nel capoluogo berico. L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in altre piazze di spaccio di tutta la regione Veneto e della limitrofa Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero arco temporale dell’indagine, è risultato collocato nei Paesi Bassi, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio dello stupefacente in Italia era affidata al capo del sodalizio, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori («body packer»), i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale transitando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri. Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza pressoché settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di sostanza stupefacente (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti attinti dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine. Le indagini, protrattesi per quasi 2 anni, hanno permesso di definire l’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata su più livelli, con ruoli chiaramente delineati: un fornitore con base nei Paesi Bassi, incaricato del reperimento e dell’invio dello stupefacente; un promotore in Italia, responsabile della direzione e del coordinamento delle attività operative; una rete di corrieri ovulatori dedicata al trasporto «corporeo« della droga; un gruppo di distributori locali incaricato del confezionamento e dello spaccio al dettaglio. Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati nelle comunicazioni: il termine “top” era riferito alla cocaina, “spa” all’eroina, “pantaloncino” alle dosi da 5 grammi e “fogli di caramelle” al denaro contante. Il sequestro di quaderni contabili manoscritti ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un ingente giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro. Nell’operazione sono impegnati 300 carabinieri provenienti da tutto il Veneto. Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate decine di perquisizioni domiciliari.

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