| «Come Procura di Viterbo trattiamo 2-3 casi al giorno di violenza contro le donne». Il dato inquietante è stato reso noto da Paola Conti, sostituto procuratore presso il tribunale, nel corso dell’incontro tenuto a Palazzo dei Priori durante il quale è stata fornita una scheda sintetica dei lavori svolti dal tavolo interistituzionale permanente contro la violenza di genere. La fotografia di un fenomeno senza soluzione di continuità nella ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in cui «il tavolo permanente rappresenta un’eccellenza del territorio viterbese». Tanto che la pm lo ha portato «come esempio virtuoso in un incontro del Consiglio superiore della Magistratura». «La legge si testa sul campo – ha proseguito Conti – e il tavolo, con le realtà che fanno rete oltre a permettere di agire in tempi brevi, consente anche di vedere i punti critici delle normative in materia». La sindaca Chiara Frontini, con un simbolico segno rosso sul viso, ha affermato categorica: «Oggi mi rifiuto di sentire sminuire la piaga dei femminicidi riconducendola alla tematica generale della violenza contro le donne. Non è accettabile». E puntando sulla rivoluzione culturale come forma di prevenzione: «Occorre promuovere ulteriormente l’educazione emotiva soprattutto tra i giovani. È una responsabilità che si devono assumere le istituzioni, la scuola e la famiglia». Con un appello, in particolare oggi, ai leoni da tastiera «a riflettere prima di commentare sui social». Melania Perazzini, consigliera comunale delegata alle Pari opportunità, parlando del tavolo costituito nel 2022, ne ha evidenziato «la concretezza, derivata dal fare rete tra istituzioni, associazioni e centri antiviolenza, che ha dato origine anche a una brochure con i numeri e le informazioni utili per aiutare le donne». E, con particolare orgoglio, ha annunciato che «entro il 2026 sarà costituita la prima casa emergenza, ubicata in un luogo segreto, in cui le vittime di violenza saranno accolte per le prime 72 ore. Una risposta immediata prima di attivare il percorso di protezione». Ha anche portato i saluti dell’assessore Rosanna Giliberto, assente per problemi di salute. Dal 2024 anche la Provincia è entrata a far parte del tavolo permanente, come ricordato dalla consigliera provinciale delegata alle Pari opportunità Maria Rita De Alexandris che, ricordando che «nell’arco di quest’anno sono state 85 le donne uccise», ha affermato: «Oggi è una giornata di lutto». L’organizzazione delle attività del tavolo è stata illustrata da Rosaria Costa, responsabile Servizio sociale del Comune. «Un organismo che si riunisce ogni due mesi, il cui ambito di riferimento è Viterbo e i Comuni del distretto Vt3, e che ha come obiettivo non solo affrontare l’emergenza ma anche per immaginare percorsi più fluidi per l’autodeterminazione delle donne». Previsto anche un secondo tavolo con focus sulla prevenzione «che deve essere strutturale nel tempo e abbracciare tutti gli ambiti, non solo quello della scuola». Il settore ha anche avviato «insieme con l’assessora Giliberto una serie di incontri con l’Unitus per un progetto di studio e ricerca che sia cornice in cui collocare tutti i percorsi attivati». Rosita Conticiello, referente Pari opportunità Csm, ha tenuto a sottolineare che si tratta di «un tavolo operativo, una chiave che ha permesso di lavorare con unicità di intenti». Ha poi ripreso le affermazioni della sindaca sul fatto che «esiste il femminicidio, non ci può essere un approccio neutrale». Ha poi suggerito che dal tavolo esca «un elaborato scritto per dare continuità al lavoro, per cristallizzare la prassi in modo di andare oltre le persone attualmente rappresentative di istituzioni e associazioni componenti il tavolo». Il 25 novembre per le referenti di associazioni e centri antiviolenza, più che di lutto, «è una giornata di lotta» hanno rimarcato, in particolare Marta Nori di Kyanos e responsabile del centro Penelope. Valentina Bruno del centro antiviolenza Erinna ha posto l’accento sull’importanza della prevenzione primaria, iniziando dalle fasce d’età dei bambini a partire dai 4 anni, «per dare un impulso importante alla rivoluzione culturale». Sono intervenute anche Antonella Giannini, dell’associazione privata Parva Casa delle donne, che affronta la tematica muovendosi nell’ambito delle materie giuridiche ed economiche attinenti le vittime di violenza e Dominga Martines, consigliera di Parità della Provincia e responsabile del Centro antiviolenza dell’Unitus, la quale, proveniente da un precedente appuntamento con gli studenti a Palazzo Gentili, ha rilevato come dai ragazzi sia arrivata una «chiara richiesta di aiuto» esplicitata dall’invito a tenere degli incontri sulla tematica nelle scuole. L’importanza di sensibilizzare i giovani è emersa anche da un altro dato statistico fornito dal pm Conti: «A commettere la maggior parte dei reati di violenza di genere sono ragazzi under 30». Umberto Di Fusco, consigliere comunale e provinciale, unico uomo a rappresentare un’associazione – Campo di Marte – aderente al tavolo ha rimarcato: «Femminicidi e violenza sono la punta dell’iceberg. Noi non interveniamo né prima né dopo gli accadimenti violenti ma lavoriamo sull’aspetto culturale». |