| CIVITAVECCHIA – «Ancora una volta, Fratelli d’Italia propone il solito minestrone insapore: un po’ di populismo a buon mercato, qualche slogan riciclato e zero memoria dei fatti. La ricetta è sempre la stessa: si mescolano problemi reali a una narrazione costruita per alimentare polemiche, non per risolvere questioni». Inizia così la replica del Pd alle accuse sull’impiantistica sportiva. FdI: «Impiantistica sportiva, serve un cambio di passo» «Sul Palazzetto dello Sport, sarebbe utile ricordare un dato che FdI finge di ignorare: l’impianto è in concessione a un gestore privato, lo stesso nominato quando governavano loro, con l’obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria. Chi oggi si indigna, ieri è rimasto in silenzio mentre gli impianti venivano progressivamente trascurati – hanno tuonato – quanto ai presunti “incarichi faraonici”, siamo di fronte all’ennesima distorsione. Non esiste alcuna consulenza milionaria: esistono incarichi tecnici regolari, necessari per partecipare a bandi, ottenere finanziamenti e progettare interventi concreti. L’alternativa sarebbe tornare all’improvvisazione che ha già prodotto, in passato, costi enormi e nessun risultato. Sulla TARI e sull’IMU, la verità è che la città paga le conseguenze di una Partecipata lasciata sull’orlo del baratro e dell’assenza totale — nei cinque anni del centrodestra — di una strategia post-carbone. L’uscita dal carbone era nota dal 2019, ma non è stato prodotto alcun piano industriale o economico per tutelare Civitavecchia dalla perdita del contributo Enel. Oggi l’amministrazione sta affrontando problemi ereditati, con serietà e responsabilità, non con slogan. È semplice: chi oggi urla è lo stesso che ieri ha rinunciato a governare. E ora che la città sta ritrovando una direzione, Fratelli d’Italia prova a risalire con la consueta polemica di facciata. Si accomodino pure – hanno concluso i dem – tra quattro anni potranno riproporre gli stessi slogan. Nel frattempo, i cittadini vedono la differenza tra chi lavora ogni giorno per rimettere ordine e chi si limita a gridare dal bordo del campo». |