(Adnkronos) – Le lenti intreaoculari fachiche Icl “stanno cambiando l’approccio alla correzione dei difetti visivi”. La procedura per il loro impiego “non è più considerata una possibilità terapeutica estrema, oltre il laser, ma una vera e propria alternativa parallela che può essere utilizzata per qualsiasi vizio di rifrazione”. Così Maurizio Buscemi, oculista di Monza – Milano, spiega l’impatto della tecnologia “approvata dalla Food and Drug Administration”, l’Agenzia americana del farmaco, “che negli ultimi anni ha ampliato le possibilità di trattamento per miopia, astigmatismo e ipermetropia, soprattutto nei pazienti non idonei al laser. Sono oltre 3 milioni nel mondo gli impianti effettuati, con un tasso di soddisfazione che supera il 99%”. In passato, racconta lo specialista, “in certi pazienti fortemente anisometropi”, cioè con una condizione in cui la differenza nel difetto di rifrazione tra i due occhi è significativa, spesso superiore alle 2-3 diottrie, “impiantavo una lente Icl nell’occhio molto più miope, mentre effettuavo l’intervento con il laser in quello poco miope. Tutti questi pazienti, alla fine, riferivano di vedere meglio con l’occhio che prima era molto più miope, cioè quello con la lente Icl e che era anche quello più difficile da trattare. La qualità visiva ottenuta è uno dei punti di forza” perché risulta “nitida, stabile e costante nel tempo”.
Tra vantaggi principali dell’intervento, per Buscemi c’è il fatto che si tratta di “una chirurgia che rispetta l’anatomia dell’occhio. La cornea non viene toccata – sottolinea – Questo significa che le cornee sottili non vengono indebolite ulteriormente come succede con il laser, e se abbiamo persone che soffrono della patologia dell’occhio secco non andiamo a stimolare ulteriormente questa condizione, in quanto risparmiamo il plesso nervoso superficiale. Oltre a essere una chirurgia che rispetta molto l’occhio, è anche una chirurgia reversibile. Se con il laser quello che abbiamo fatto non è più recuperabile, nel caso della Icl basta asportare la lente e la situazione torna come era prima”.
Certo, precisa Buscemi, “il laser rimane oggi una delle tecniche più diffuse e continua ad essere una soluzione valida in molti casi. Tuttavia, negli ultimi anni le lenti Icl si sono affermate come un’alternativa sempre più utilizzata. Una volta si impiegavano soprattutto nei vizi di rifrazione più estremi. Adesso la tendenza è quella di utilizzarle in quei vizi di rifrazione dove anche il laser potrebbe comunque avere un ruolo, proprio per il fatto che c’è un rispetto superiore dell’anatomia dell’occhio”. Del resto, l’intervento avviene attraverso “una procedura molto semplice e veloce – rimarca l’oculista – Utilizziamo un collirio per dilatare la pupilla e un collirio per effettuare l’anestesia. Quindi iniettiamo con un iniettore apposito la lente, che è molto simile a una lente a contatto, all’interno dell’occhio, nello spazio compreso tra iride e cristallino. Il tutto dura veramente pochissimi minuti, meno di un intervento di cataratta che è già un intervento considerato molto veloce. E la cosa buona, molto bella – evidenzia Buscemi – è che i pazienti già dopo poche ore, al massimo il giorno dopo, vedono già bene, decisamente bene”.


