TOLFA – In un tempo in cui il Natale rischia troppo spesso di smarrirsi tra luci abbaglianti, marchi, consumismo e apparenza, c’è chi, con semplicità e sapienza antica, riesce ancora a restituire il senso più autentico della Natività. Accade a Civitavecchia, nella parrocchia dei Santi Martiri Giapponesi, dove anche quest’anno ha preso vita un presepe capace di emozionare, sorprendere e far riflettere. A realizzarlo sono stati ancora una volta i nonni di Tolfa, guidati dall’estro e dalla straordinaria manualità di Italo Ciambella, affiancato da Carlo, Franco e Checco: quattro uomini che non portano solo esperienza e tradizione, ma una vera e propria arte. Mani d’oro, quelle dei 4 nonni, capaci di trasformare materiali poveri e di recupero – tronchi, legna, sughero, muschio – in autentici capolavori carichi di significato.Non c’è plastica, non c’è artificio, non c’è ostentazione: c’è la natura, c’è il rispetto per ciò che è semplice, c’è il richiamo profondo alla tradizione del presepe di San Francesco, proprio lì dove per tanti anni hanno vissuto i francescani e dove il Santo di Assisi è ancora oggi profondamente venerato. Realizzare un presepe ispirato al suo stile, in questo luogo, non è soltanto un gesto artistico, ma un atto di fede, di memoria e di coerenza spirituale.Da quattro anni, questi nonni tornano ogni Natale nella parrocchia dei Santi Martiri Giapponesi, offrendo gratuitamente il loro tempo, la loro fatica e la loro creatività. E ogni anno il presepe è diverso: sempre nuovo, sempre più suggestivo, sempre più capace di toccare il cuore di chi lo osserva. Un lavoro che cresce, si rinnova e si perfeziona, mantenendo però intatto il suo messaggio essenziale.A spingerli a tornare, anno dopo anno, non è soltanto l’amore per il presepe e per la tradizione, ma soprattutto un legame umano profondo che resiste al tempo. Italo Ciambella, Carlo, Franco e Checco arrivano da Tolfa ogni Natale perché sono ancora fortemente e sinceramente legati a don Giovanni De Meterca, oggi parroco dei Santi Martiri Giapponesi, ma per quasi trent’anni parroco e guida spirituale della comunità di Tolfa. Un rapporto fatto di stima, affetto autentico e riconoscenza, che non si è mai spezzato e che continua a vivere attraverso gesti concreti.È proprio questo legame speciale con don Giovanni, parroco appassionato, presente e profondamente amato, a dare ogni anno nuova forza ed entusiasmo a questi nonni straordinari. Un affetto che si trasforma in servizio, in dono, in bellezza condivisa. E così, attraverso il presepe, si rinnova non solo una tradizione, ma anche una storia di amicizia, fede e comunità che attraversa i luoghi e le generazioni.Davanti a questa Natività si fermano i bambini, le famiglie, i parrocchiani. I più piccoli guardano incantati, gli adulti riscoprono emozioni dimenticate, tutti ritrovano il silenzio e la profondità che il Natale dovrebbe sempre portare con sé. Don Giovanni Demeterca (giudice unico diocesano della Sacra Rota), la comunità parrocchiale dei S. M. Giapponesi, insieme ai bambini del catechismo, alle loro famiglie e alle catechiste, desiderano esprimere un ringraziamento sincero e commosso a Italo Ciambella, Carlo, Franco e Checco. Un grazie che va oltre le parole, perché il dono che questi nonni fanno ogni anno è un dono raro. Il talento e la generosità di Italo Ciambella non si fermano però alle mura della chiesa. I suoi capolavori, realizzati sempre con materiale di riciclo, continuano a diffondere stupore e sorrisi anche in altri luoghi della città. Uno di questi è stato donato alla classe seconda C del plesso Don Papacchini, oltre alla natività l’opera raffigura un Babbo Natale sull’altalena, insieme a un simpatico pupazzo di neve: una scena gioiosa e poetica che parla ai più piccoli . Altri due capolavori di Italo Ciambella sono invece esposti nel negozio “Sfizio Divino”, dove attirano l’attenzione e l’ammirazione di clienti e visitatori. Un altro presepe realizzato da Italo Ciambella ha trovato, infine, una collocazione dal valore profondamente umano e simbolico: per tutto il periodo natalizio, fino al 13 gennaio, sarà esposto all’interno di una RSA. |


