CIVITAVECHCIA – «Sulla tassa di sbarco ci stiamo lavorando da un paio di mesi». Parola del sindaco Marco Piendibene che interviene a seguito delle recenti prese di posizione, in particolare quella del consigliere comunale di FdI Giancarlo Frascarelli. Il primo cittadino inquadra il problema in una dimensione più ampia, nazionale e strategica. «Genova ha fatto una proposta, ma l’opposizione degli armatori e dell’Autorità di sistema portuale ha portato a soprassedere momentaneamente», spiega Piendibene, confermando contatti già avviati con il capoluogo ligure. Proprio da quell’esperienza, secondo il sindaco, emerge la necessità di non procedere in ordine sparso. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una sorta di class action istituzionale tra tutti i porti che vivono le stesse criticità di Civitavecchia: grandi numeri di traffico crocieristico e ro-ro, costi elevati per i servizi urbani e benefici economici che non sempre ricadono sui territori. «Si vince solo se si è uniti. Se ognuno va da solo, ci saranno sempre i poteri forti e non passerà mai», avverte Piendibene. Il nodo centrale resta quello normativo. I Comuni, ricorda il sindaco, non hanno la competenza per introdurre autonomamente una tassa di sbarco. Serve una modifica legislativa, un emendamento alla legge di Bilancio che preveda compensazioni per le città portuali. «I Governi possono intervenire sulla Finanziaria. Noi possiamo coordinarci e far arrivare una proposta forte a Governo e Parlamento», è la linea tracciata. In questo quadro si inseriscono anche le sollecitazioni arrivate nei giorni scorsi dai banchi dell’opposizione, come quelle del consigliere FdI Giancarlo Frascarelli, che ha richiamato il peso dei flussi crocieristici su una città di poco più di 50mila abitanti. Un tema che Piendibene non nega, ma che riconduce a una strategia più ampia e condivisa: «Civitavecchia ci ha già provato in passato, senza riuscirci. Proprio per questo oggi serve fare sistema, tutti insieme». ©RIPRODUZIONE RISERVATA |


