“Petit Maman” di Céline Sciamma, riflessione commossa tra memoria, amicizia e famiglia

33

Il mondo dei bambini è magico. Il mondo immaginato e quello dei giochi nasconde misteri ignoti agli adulti che, crescendo, non solo dimenticano il mondo che loro stessi avevano abitato, ma perdono anche le coordinate per poterlo ritrovare. Quasi tutti gli adulti, naturalmente.
Celine Sciamma (Tomboy, Ritratto della giovane in fiamme), per esempio, questo mondo lo vive e lo legge con lo stesso sguardo dei suoi giovani abitanti, riuscendo ad aprire uno squarcio luminoso nei sentimenti degli spettatori in ogni suo film. Compreso quest’ultimo meraviglioso “Petite Maman”.
La protagonista è Nelly, una bambina di otto anni che, dopo la morte della nonna, passa qualche giorno nella casa di campagna dove è cresciuta la madre, Marion. Girovagando nel bosco, si imbatte per caso in un’altra bambina che sta costruendo una capanna di legno e con cui nasce un rapporto speciale: la nuova amica si chiama proprio Marion…
“L’idea del film è molto semplice – racconta la regista -: l’incontro e l’amicizia tra una bambina e sua madre da piccola. È un’idea che ho esplorato come se possedesse qualche potere magico, perché ognuno può giocarci, immaginando la propria versione della storia è reinventando questo rapporto: si innesca così un processo interiore senza limiti, un viaggio nel tempo che non ha bisogno di una macchina”.
Collocato fuori dal tempo, ma ben dentro i sentimenti umani, “Petite Maman” è il racconto miracoloso e fantasioso di un sogno: quello di una bambina che, anche per poco, possa vivere con la propria madre bambina e condividere quello che troppo spesso viene perduto oppure dato per scontato. “Voi adulti non ci raccontate mai di quando eravate bambini, delle vostre paure, dei vostri sogni”, dice la piccola Nelly al padre. Ecco, Sciamma, con la sensibilità che la contraddistingue, riesce a fornire alcune di queste risposte, toccando direttamente e delicatamente il cuore dello spettatore.