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Nuovo Codice della strada 2024, migliorerebbe o peggiorerebbe la sicurezza?

Nuovo Codice della strada 2024: il tema divide l’opinione pubblica. Per alcuno, c’è il rischio che cali ancor di più il livello di sicurezza stradale

Con il nuovo Codice della strada 2024 – la riforma attualmente in discussione al parlamento voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini – si prospettano regole più stringenti per chi guida. Le probabili novità annunciate riguardano le regole sugli autovelox con le relative sanzioni, l’introduzione del divieto totale di assumere alcolici o utilizzare i cellulari quando si è alla guida e nuovi parametri per i neopatentati.

Un tema a riguardo preoccupa in particolare le varie associazioni di settore: si tratta del giro di vite introdotto probabilmente dal governo sui limiti di velocità nei centri abitati, che a cominciare dal caso di Bologna, vede per molte zone fissato il limite a 30 Km orari.
Alla luce di queste novità, la domanda che ci si potrebbe porre è se la riforma migliori o peggiori la sicurezza sulle strade. Infatti, il tema divide l’opinione pubblica. Per i detrattori di questi provvedimenti, c’è il rischio concreto che cali ancor di più il complessivo livello di sicurezza stradale.

Per tale motivo, associazioni, attivisti e cittadini contrari a questa revisione, hanno messo in discussione la modalità con cui vengono affrontati determinati temi in un Codice così importante, e in 40 città d’Italia compresa Roma, si stanno mobilitando per dire “No” a ciò che è stato ribattezzato come “Codice della strage”.

Nuovo Codice della strada 2024, le ragioni del “No”

«È un Codice che peggiorerà le condizioni di sicurezza dei cittadini – ha detto Francesca Chiodi, presidente del Movimento Diritti dei Pedoni -. Nonostante i proclami, ridurrà gli spazi dedicati alla mobilità attiva e le infrastrutture. Renderà più difficile controllare efficacemente la velocità, che è la prima causa di morte in Italia.»
Chi manifesta in piazza, sostiene che il tema della sicurezza stradale venga affrontato con superficialità nella revisione del Codice proposta dal ministro Salvini. In aggiunta, nel testo si guarderebbe al problema della sicurezza con misure che non punterebbero alla prevenzione e che non interverrebbero sulle principali cause di morte alla guida, ossia – secondo l’Istat – eccesso di velocità, guida distratta e negata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.

D’altronde, le mobilitazioni organizzate in questi giorni sono volte a stimolare una riflessione sulla responsabilità politica, collettiva ed individuale, dei numeri ancora troppo alti di morti sulle strade italiane. Infatti, secondo uno studio della Lumsa (luglio 2023), a Roma si verificano mediamente in un anno tre incidenti stradali ogni ora.
«Credo che bisogna fare del tutto per modificare questo Codice che così per me non va bene e soprattutto non punta a un elemento essenziale che è la prevenzione – ha detto Alessio D’Amato, consigliere della Regione Lazio ed ex assessore alla Sanità -. Senza la prevenzione, senza fare ciò che hanno fatto altri Paesi in Europa, io credo che purtroppo i risultati non saranno quelli auspicati.»

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