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Lavoro, nel Lazio è sempre più precario: calano i contratti a tempo indeterminato

Un lavoro precario, poi, anche un lavoro meno sicuro perché spesso rientra in quei meccanismi di subappalti che spesso rendono ancora più difficile vigilare sul rispetto delle regole per la sicurezza

Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra dell’8 maggio 2024.

Precario e spesso, anche per questo, sottopagato. A leggere i report degli ultimi anni, pare siano proprio queste le definizioni che riassumono i tratti salienti del mercato occupazionale. Nella selva di forme contrattuali attualmente a disposizione, gli imprenditori meno virtuosi spesso scelgono la flessibilità che però è fondamentalmente precarietà. E il Lazio non fa eccezione.

A Roma e nelle altre province della regione il lavoro è sempre più precario, come confermano i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps sul 2023, in un report pubblicato dalla Cgil Roma e Lazio secondo cui, nel 2023, solo il 14,7% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato, 7 punti percentuali in meno del 2014. Tutti gli altri sono lavori a termine, dove la durata del “tempo determinato” può arrivare a qualche mese ma sempre più spesso anche soltanto pochi giorni senza alcuna garanzia di continuità. E, dicono i lavoratori con più anzianità, un tempo non era cosi: c’era il lavoro nero – quello senza contratto, senza regole e per paghe da fame che in effetti c’è anche oggi – e poi c’era il lavoro in regola, che passava sostanzialmente attraverso i contratti a tempo determinato o indeterminato.

Lavoro e il principio del poso fisso

Ora, la varietà è decisamente più vasta e i problemi per i lavoratori idem. In un Paese ancora costruito sul vecchio sano principio del posto fisso, la flessibilità è già di per se un problema e se è precarietà lo diventa ancora di più: un lavoratore senza prospettive non potrà mai avere accesso a mutui e finanziamenti bancari e spesso non può farsi una famiglia, ma soprattutto versa pochi contributi che non solo non gli garantiranno una pensione dignitosa in futuro ma, nell’immediato, non contribuisce a finanziare le casse dell’Inps che hanno bisogno di quei soldi per pagare le pensioni di oggi.

Un lavoro precario, poi, anche un lavoro meno sicuro perché spesso rientra in quei meccanismi di subappalti che spesso rendono ancora più difficile vigilare sul rispetto delle regole per la sicurezza. E in un paese funestato dalle morti sul lavoro, anche questo aspetto non può essere sottovalutato.

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