Blitz di Ultima Generazione questa mattina nel cuore di Roma. Gli attivisti del movimento ambientalista hanno lanciato delle vernice arancione su marciapiede e sulle vetrine di due negozi di via del Corso, lasciando sui vetri anche l’impronta delle loro mani.
Blitz di Ultima Generazione nel centro di Roma: vernice sulle vetrine dei negozi
Gli ambientalisti si sono inginocchiati sull’entrata dei negozi con la mano incollata alla porta d’ingresso o mostrando gli striscioni con scritto “1 ottobre Giustizia Piazza del Popolo” e “Fondo Riparazione” per ricordare a tutti la crisi climatica.
Sei attivisti in Questura
Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale che hanno circoscritto l’area. Quindi l’arrivo della polizia che ha portato sei attivisti in Questura. Al vaglio la loro posizione.
L’obiettivo del blitz di Ultima Generazione è di creare disturbo “perché il silenzio sulla crisi climatica e sociale deve essere rotto e le parole difficili da ascoltare devono essere dette”. “Non smetteremo di creare rumore e fastidio fino a che non ci sarà dato una risposta commisurata” aggiunge il movimento ambientalista in un post su Instagram.
“Il nostro Paese è al centro della crisi climatica”
“Sono qui perché sono arrabbiato – dice Bruno 30 anni -. Il nostro Paese è al centro della crisi climatica. Tra poco sarà estate, le città diventeranno delle fornaci e già adesso c’è chi ne sta pagando le conseguenze, come le persone in Sicilia con l’acqua razionata. Il nostro governo non solo ignora tutto ciò, ma sembra impegnato a peggiorare. Abbiamo una scelta: ribellarci o soffocare per il caldo e per l’oppressione che subiamo”.
Per la 21enne Alessandra bisogna “mettere di fronte agli occhi delle persone che questo mondo sta andando in rovina, e dobbiamo muoverci e fare qualcosa, perché non possiamo delegare a qualcun altro, non sarà qualcun altro a salvarci, ma dobbiamo farlo noi”.
Le richieste
Ultima Generazione chiede un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato “da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari”.
“Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi” concludono gli ambientalisti.