Jacobs: “I mesi in America mi hanno aiutato”
Marcel Jacobs, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokio 2020, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Fiona May. Il velocista, che sta proseguendo l’allenamento in vista degli Europei, ha dichiarato: “Sono carico. Questi mesi di allenamenti in America mi hanno aiutato, non solo per la parte atletica. Mi è servito per tornare in contatto con me stesso. Pensavo che una volta vinto l’oro, tutto poi sarebbe diventato più facile. Invece lì è iniziato il vero lavoro e la parte difficile. Sono una persona che si è sempre messa in gioco, non ho mai avuto paura delle sconfitte e delle delusioni perché fanno parte del nostro sport. Magari si potesse sempre vincere, tutti vorrebbero farlo, ma bisogna fare degli step per arrivare a quello. Io sono un essere umano come tutti, ho le mie paure, le mie difficoltà. Ammetto che prima di entrare in gara ho paura, è una parte normale che ho imparato ad accettare. Fa parte di dover affrontare la gara ed è un adrenalina che mi serve. Tutto questo l’ho imparato col tempo, con i brutti momenti, le delusioni, le sconfitte, che sono una parte importante per noi atleti. Dobbiamo essere bravi a guardare quella difficoltà e capire cosa ci abbia insegnato e poi da lì trasformarlo in qualcosa che ci servirà per il futuro”.
Il campione italiano ha poi aggiunto: “I Campionati Europei in casa avranno tutto un altro valore, per me saranno importantissimi e in più sono il campione europeo in carica. Correre davanti alla tua gente, al tuo popolo che ti supporta con la maglia azzurra indosso è un qualcosa di incredibile e non vedo l’ora che arrivi quel momento”. Proprio sul tifo della gente sempre più vicina al mondo dell’atletica anche grazie ai successi delle due volte medaglia d’oro di Tokyo di tutta la Nazionale (da Tamberi a Dosso, Furlani e Iachipino), Jacobs ha aggiunto: “La cosa più importante è che la gente conosca l’atleta al di fuori della performance, perché credo nel momento in cui inizia a vedere la vita che fa, gli allenamenti, le difficoltà che può vivere allora inizia davvero a innamorarsi di quella persona e diventa un vero tifoso che lo sostiene in tutto il suo percorso. Quindi credo che la parte più importante sia portare non solo l’atletica ma i personaggi che la popolano dentro le case e le famiglie per far capire loro che anche noi siamo umani, che abbiamo le nostre problematiche, le nostre difficoltà, le nostre gioie, le nostre famiglie e tutto il resto”.