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Intelligenza artificiale: amica o nemica?

C’è chi sostiene che l’aiuto che apporterebbe alla vita di tutti giorni sia immenso, ma dall’altro lato il dibattito sugli effetti dell’Intelligenza Artificiale verte su quali siano le ripercussioni sui mestieri, in particolare quelli a bassa competenza umana.

Qui il servizio realizzato per la puntata di Punto di Rottura del 22 maggio 2024.

Il mondo di oggi evolve rapidamente e i cambiamenti si percepiscono quotidianamente nella vita di tutti, adulti, bambini e ragazzi. Qualche anno fa era impensabile anche solo immaginare che una macchina potesse mostrare capacità umane come l’apprendimento, la pianificazione, la creatività e addirittura il ragionamento. Questo è stato reso possibile dalla combinazione di due elementi fondamentali: i dati e l’algoritmo che assieme hanno dato vita all’Intelligenza Artificiale, argomento di cui negli ultimi tempi si sta discutendo molto nel tentativo anche di definirne i pro e i contro.

Intelligenza Artificiale: amica o nemica?

Poche ore fa è arrivato il via libera definitivo all’unanimità del Consiglio europeo all’Ai Act, prima legge al mondo in materia che ne disciplina lo sviluppo e lo stesso utilizzo ed immissione nel mercato e nell’Unione europea. Ma la domanda che molti si pongono è se tale novità possa essere considerata un’amica ed alleata nelle sfide quotidiane oppure una nemica e addirittura una minaccia.

C’è chi sostiene che l’aiuto che apporterebbe alla vita di tutti giorni sia immenso, ma dall’altro lato il dibattito sugli effetti dell’Intelligenza Artificiale verte su quali siano le ripercussioni sui mestieri, in particolare quelli a bassa competenza umana. Ad esempio, i lavoratori pubblici sono altamente esposti a questi effetti apparentemente invisibili e le previsioni che sono state fatte dalla società Fpa in apertura al Forum Pa 2024 sono tutt’altro che rincuoranti. 218mila lavoratori della Pubblica Amministrazione che svolgono mansioni ripetitive e prevedibili potrebbero essere facilmente sostituiti dall’intelligenza artificiale, l’8% di questi è in bilico tra la sostituzione e la collaborazione con questo tipo di tecnologia.

Il mondo del lavoro cambia e si muta assieme alla società. Questo inevitabilmente fa pensare al fatto che ci saranno delle modifiche nel modo di lavorare che – si spera – non faccia morire lavori, ma ne faccia nascere degli altri.

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