La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per tre medici coinvolti nella morte di Valeria Fioravanti, la donna di 27 anni deceduta dopo essere stata visitata in diverse strutture sanitarie della capitale. Il giudice per l’udienza preliminare (gup) ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dai familiari e dal compagno della donna, rappresentati dagli avvocati Leonardo Lener, Kevin Chiani e Andrea Thau.
Il caso di Valeria Fioravanti
La vicenda ha avuto inizio il 25 dicembre 2022, quando Valeria Fioravanti si era recata in un ospedale di Roma per rimuovere un ascesso.
Nei giorni successivi, si era presentata in altre strutture ospedaliere a causa di vari sintomi preoccupanti. Quattro giorni dopo l’intervento, il 29 dicembre, era andata al Policlinico Casilino per una forte cefalea accompagnata da altri sintomi.
Successivamente, il 4 gennaio 2023, si era recata all’ospedale San Giovanni per dolori diffusi su tutto il corpo.
Il 6 gennaio, Fioravanti era tornata al pronto soccorso del San Giovanni, dove le era stata diagnosticata una meningite acuta. Trasferita in un’altra struttura mentre era già in coma, la giovane è deceduta il 10 gennaio.
La richiesta di rinvio a giudizio
Durante l’udienza preliminare, la Procura ha ribadito la richiesta di processo per tre medici: uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni.
Le accuse a loro carico riguardano la presunta sottovalutazione del quadro clinico della paziente e la mancata esecuzione di una valutazione neurologica approfondita. Secondo la Procura, tali mancanze avrebbero contribuito al tragico esito della vicenda.
I familiari di Valeria Fioravanti e il suo compagno si sono costituiti parte civile nel procedimento, chiedendo giustizia per la perdita subita. Gli avvocati Leonardo Lener, Kevin Chiani e Andrea Thau rappresentano le parti civili, sostenendo che ci sia stata una negligenza medica nella gestione del caso della giovane. La decisione del gup, attesa per il 27 giugno, determinerà se i tre medici verranno rinviati a giudizio.