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Violentata a 14 anni dall’istruttore di nuoto: Orazio Ragusa a processo

Una giovane nuotatrice di soli 14 anni ha denunciato di essere stata violentata dal suo allenatore. Il caso scioccante di Federica, stuprata dal suo allenatore durante i Campionati italiani di nuoto a Roma, ha sconvolto l’opinione pubblica. Nonostante la vittoria nella gara, Federica ha mostrato segni di disagio che hanno destato preoccupazione nei genitori. Solo dopo l’intervento di una psicologa è venuta a galla la terribile verità. La madre di Federica, Antonella, ha descritto il dolore e la delusione del tradimento subito dall’allenatore, Orazio Ragusa, che andrà a processo.

Il caso di Federica violentata dall’allenatore di nuoto

I fatti risalgono ai Campionati italiani di nuoto a Roma nell’agosto del 2021. Dopo aver trionfato in una gara, il suo allenatore, Orazio Ragusa, è stato accusato di violenza sessuale nei suoi confronti.

Federica, il cui nome è stato modificato per proteggere la sua identità, ha sofferto a causa dell’aggressione subita da chi considerava un punto di riferimento. 

Il giorno della gara vinta da Federica, i genitori si aspettavano di trovare l’allenatore pronto a festeggiare, ma Orazio era misteriosamente assente. Nonostante le domande dei genitori, Federica ha negato qualunque problema, ma il suo sguardo assente ha suscitato preoccupazione.

Nei giorni successivi, la ragazza ha manifestato segni di disagio e apatia, rifiutandosi di tornare alla normale routine, evitando le lezioni di nuoto e talvolta persino la scuola.

La rottura del silenzio e inizio delle indagini

La madre di Federica ha notato il cambiamento nel comportamento della figlia e ha cercato aiuto da un’associazione di supporto psicologico.

È stata solo grazie alla psicologa che la verità è venuta alla luce, dando il via alle indagini e alla richiesta di processo per l’allenatore, accusato di averla violentata.

Orazio ha tentato di giustificarsi accusando Federica di “averlo provocato”, ma la madre della ragazza ha respinto tali affermazioni, affrontando il suo ex-allenatore.

L’isolamento e la reazione della famiglia

Il dolore di Federica è stato amplificato dall’atteggiamento dell’amica, che l’ha abbandonata durante l’audizione in Questura, contribuendo a perpetuare la stigmatizzazione della vittima. La famiglia ha lottato contro il giudizio sociale e l’isolamento, affrontando un percorso doloroso che ha messo in discussione la fiducia e l’integrità umana.

Nonostante le difficoltà, la famiglia di Federica ha ricevuto sostegno da parte di molti e ha continuato a lottare per ottenere giustizia. In questo senso, la richiesta di processo nei confronti dell’allenatore è un passo importante verso il riconoscimento del dolore subito dalla ragazza.

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