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Campi Flegrei, scosse continue: cosa succederà? Mastrolorenzo (INGV): “Non siamo preparati” – Extra – Giovedì 23 maggio 2024

A Pozzuoli e in generale nella vasta e popolosa area dell’hinterland napoletano torna la paura del bradisismo: se dall’inizio dell’anno i sismografi degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato e censito quasi 2.700 scosse di terremoto i due eventi più forti avvenuti nell’arco di pochi giorni hanno riacceso la preoccupazione degli abitanti che da 40 anni non avevano mai vissuto l’angoscia di una scossa di oltre 4° Richter. E questo, inevitabilmente, sta alimentando la paura ma anche i dubbi sul futuro.

Anche se, inevitabilmente, chi vive in zona inevitabilmente è consapevole della complessità di questo territorio perchè la sua natura è scolpita nella lava a cominciare già dal nome: “Campi Flegrei” deriva dal greco “flègo”, che significa “ardo”, e si riferisce a un’ampia area vulcanica attiva situata nella zona nord-occidentale di Napoli. Questa zona, che si estende da Monte di Procida a Posillipo e include anche una parte sommersa nel Golfo di Pozzuoli, è caratterizzata dalla presenza di numerosi centri vulcanici situati attorno a una depressione chiamata caldera.

A differenza del Vesuvio, che domina il Golfo di Napoli con la sua imponenza, i Campi Flegrei sono meno visibili, dando l’impressione di essere più tranquilli. Tuttavia, la caldera, con un diametro di 12 chilometri, formatasi da due grandi collassi dei serbatoi di magma durante passate eruzioni, rappresenta uno dei vulcani più pericolosi al mondo e per questo è costantemente monitorata.

Il territorio dei Campi Flegrei è soggetto a un fenomeno noto come bradisismo, un “respiro vulcanico” che provoca l’innalzamento e l’abbassamento del suolo nell’area della caldera. Le fasi di sollevamento del suolo sono spesso accompagnate da frequenti terremoti superficiali di bassa intensità.

Un luogo emblematico dei Campi Flegrei, utile per studiare il bradisismo, è il Tempio di Serapide a Pozzuoli. Fino al 1983, le tre colonne di questo tempio sono state utilizzate per misurare il fenomeno, documentando l’innalzamento e l’abbassamento del suolo nel corso dei secoli. Il tempio, originariamente un mercato portuale, è stato sommerso dal mare in alcuni periodi e successivamente emerso, lasciando sulle colonne minuscoli fori causati da molluschi marini che vivono tra la bassa e l’alta marea. La datazione di questi fori ha permesso di ricostruire le oscillazioni del livello del mare a Pozzuoli nel tempo.

Il suolo al Serapeo negli ultimi 2000 anni ha vissuto imprtanti modifiche con un picco in corrispondenza dell’eruzione di Monte Nuovo del 1538, l’ultima eruzione dei Campi Flegrei, preceduta da intensi terremoti e dall’innalzamento del suolo dovuto al bradisismo. Negli ultimi cento anni, si sono verificate due importanti crisi bradisismiche negli anni ’70 e ’80, con un sollevamento del suolo di circa 3,5 metri e conseguenti terremoti e danni agli edifici. Dal 1985 al 2005, il suolo ha iniziato a scendere, per poi rialzarsi nuovamente dal 2005 fino ad oggi.

Dopo la recente scossa di magnitudo 4.4, la più forte degli ultimi 40 anni, cresce la preoccupazione per una possibile eruzione. Tuttavia, secondo l’INGV, i dati attuali non indicano un’imminente eruzione vulcanica di grandi proporzioni. L’eruzione del 1538, di medio-bassa intensità, fu preceduta da un sollevamento molto maggiore di quello attuale.

Ma se da una parte è importante non allarmarsi, dall’altra bisogna sforzarsi di mantenere alta la vigilanza poiché nessuno può prevedere con certezza dove e quando si verificherà una eventuale eruzione. Dal 2012, variazioni significative nei parametri monitorati, come l’aumento della frequenza dei terremoti e i cambiamenti nella composizione dei gas e delle fumarole, hanno portato ad alzare il livello di allerta da verde a giallo, attivando una fase di maggiore attenzione.

In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio intervista Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e primo ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

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