Júlio Sérgio: “L’obiettivo è tornare in Champions”
Júlio Sérgio Bertagnoli, ex portiere della Roma, ospite di Roberta Pedrelli e Luca Iannini a Calcio e Pepe su Centro Suono Sport 101.5. Di seguito le sue parole:
Perché non sei andato a Perth con la Roma?
“Qualche volta la Roma porta le Legends in giro nelle trasferte. Qualche volta toccherà anche a me”.
Tu sei molto legato.
“Come dici una persona che lavora a Trigoria “Quando vai via da Roma scopri cos’è. Effettivamente, è così. Ti manca stare lì, con la Roma è stato tutto diverso”.
Uno degli aneddoti più belli per te a Roma?
“Il mio arrivo non fu normale. Io sono andato a fare un provino tramite Zago. Davvero impattante trovare Panucci, Totti, e molti altri giocatori”
Un voto alla stagione della Roma, che ha chiuso al sesto posto. Questa Roma poteva arrivare in Champions? Cosa è mancato e come la rinforzeresti?
“La mentalità della società è stata quella giusta. De Rossi ha fatto bene nel corso della stagione. Bisognerebbe unire giocatori più esperti ai giovani. Servono i Lukaku, Pellegrini e Dybala per restare con giocatori giovani per provare a crescere nel tempo. Poi bisogna guardare i bilanci. Bisognerà ricostruire una squadra che perderà diversi giocatori”.
Nel 2011 potevi passare al PSG, ma hai scelto Lecce. Qualche aneddoto di quel periodo. Confermeresti la scelta?
“Ero a Brunico e Leonardo mi chiamò per andare a Parigi in prestito. Il mio procuratore mi chiamò per l’interessamento del Lecce. Avevo mia figlia di un mese, ero già conosciuto in Italia e avrei giocato come primo. Ho scelto il Lecce. Non è stata una decisione difficile. Non avevo la testa giusta per gestire la situazione”.
Come sono cambiati i valori nel mondo del calcio?
“I valori del calcio sono cambiati, c’è una generazione che non vuole far più sacrifici. Sono pochi gli allenatori che riescono a mantenere una condizione costante. Girano tanti soldi, TV, sponsor, si cerca il business. Gli stipendi sono aumentati e si gioca tanto”.
Cosa pensi delle parole di Spalletti: “Júlio Sérgio è il miglior terzo portiere del mondo”.
“Nulla. Ho letto solo dopo. Meglio essere terzo, non davo fastidio a nessuno. Mi allenavo più degli altri. Avere un terzo è importante. Facevo molto bene il mio lavoro. Montella, con cui ho un ottimo rapporto, è arrivato e mi ha detto: “Doni è migliore di te, gioca lui. Apprezzo la sincerità”.
Cosa ne pensi dei cambi allenatore di questo periodo?
“Pensate a cosa hanno fatto gli allenatori dopo essere andati via da Roma? Klopp, Guardiola ci hanno messo del tempo per arrivare ai trofei. Perché Roma non fa un cambio di mentalità ed esce dall’idea del tutto e subito? Bisognerebbe avere un po’ di pazienza e trasformare. Non so cosa sia successo con Mourinho. Lui è uno che ha tanta personalità. De Rossi ha avuto, oltre alla personalità, la capacità di gestire. Dobbiamo ripartire così. Bisogna pensare a tornare in Champions League. Sarà difficile ricostruire, nella speranza che si riesca a fare un grande mercato”.