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SPECIALE – Al Codeway Expo per parlare di futuro: l’importanza della Cooperazione allo sviluppo

La parola ‘futuro’ ha risuonato più volte negli interventi raccolti al Codeway Expo, l’appuntamento unico nel suo genere, tenutosi dal 15 al 17 maggio 2024 presso la Fiera di Roma

Quando si parla di “Cooperazione internazionale allo sviluppo” si è di fronte ad un tema tutt’altro che unilaterale. Tra gli attori principali che operano in tale settore vi sono stakeholder istituzionali, Ong, realtà associative private e del Terzo settore, aziende, professionisti della società civile e istituzioni multilaterali, i quali tutti assieme lavorano fianco a fianco per un futuro migliore.

Ed è proprio la parola ‘futuro’ che ha risuonato più volte negli interventi raccolti al Codeway Expo, l’appuntamento unico nel suo genere, tenutosi dal 15 al 17 maggio 2024 presso la Nuova Fiera di Roma, che ha riunito sotto lo stesso tetto i players più importanti del mondo che si occupano di cooperazione internazionale. L’idea motrice alla base della manifestazione è stata quella di fornire strumenti di sostegno e infiniti stimoli alle imprese – pubbliche e private – nell’ambito di quella che è la strategia italiana ed europea di aiuto alla crescita e allo sviluppo. Inoltre, l’occasione ha rappresentato – sia per i visitatori sia per chi rappresentava la propria attività nei vari stand – un’opportunità unica per aprirsi ad un nuovo mercato entrando al contempo in contatto con altri soggetti, nonché condividere visioni, esperienze e progetti, con delegazioni diplomatiche e istituzioni presenti.

Il mondo della cooperazione allo sviluppo si estende a vari ambiti: salute e sanità, agrifood e sicurezza alimentare, infrastrutture, transizione ecologica, formazione e nuove generazioni. E anche in ogni sotto-settore partecipare a tale evento ha significato per ognuno dei presenti prendereparte ad una progettualità complessiva dimensionalmente molto più grande, che ha come dichiarato obiettivo anche quello di scoprire opportunità spesso in contesti (ed ambiti) oltre i propri confini nazionali. Portare alla pubblica conoscenza la peculiarità e la specialità del proprio operato permette infatti di prendere il meglio da ogni singola idea e innovazione, ed eventualmente porla al centro di un’idea di business volta alla cooperazione.

Numerosi e variegati gli ospiti alla Nuova Fiera di Roma, che ad oggi sono players attivi dello sviluppo sostenibile in corso. Ad esempio c’è ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile che “lavora attivamente sulla cooperazione allo sviluppo con tanti Paesi dell’Africa, ma anche con tutto il mondo tra Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina, Micronesia“, ha raccontato ai microfoni di Radio Roma, media partner dell’evento, Carla Castigliola, tecnologo direzione trasferimento tecnologico ENEA. “In più siamo anche membri del Comitato Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo che è all’interno dell’Aics, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale)”.
L’innovazione e lo sviluppo di tecnologie e servizi avanzati sono, quindi, al centro dell’operato di Enea, che come dichiarato anche da Giovanni Stoppiello, ricercatore del Dipartimento tecnologie energetiche ENEA “la nostra mission principale è quella di supportare lo sviluppo attraverso l’innovazione. Ciò che proviamo a fare è applicare le nostre competenze e le nostre tecnologie a determinati contesti che sono quelli propri della cooperazione allo sviluppo.”

L’architetto Benito Castorina – titolare di Latium Vetiver, azienda italiana che progetta e realizza attività innovative di produzione, conservazione e trasformazione del Vetiver – ha invece descritto la loro metodologia d’intervento definita Architettura Ambientale Integrata, in grado d’offrire a molti soggetti un nuovo orizzonte nella sostenibilità ambientale. “Si chiama Spes, ed è un sistema pilota europeo sostenibile” – ha detto Castorina – “e consiste in alcune unità dislocate lungo 50 Km del Danubio dove sono rappresentate tutte le tecnologie per il risanamento ambientale e per la produzione di energia. Sono dunque come delle vere e proprie valvole, poste ogni 50 mt. sul Danubio, e insieme a tutte queste tecnologie c’è anche una centralina che in tempo reale misura la qualità dell’acqua”. E una simile realizzazione come si ‘inserisce’ nella cooperazione internazionale? “In India ci hanno chiamato per parlare delle bonifica del Gange e analogamente questa bonifica la stiamo tentando per il Danubio. L’Italia potrebbe così essere capofila in un progetto che coinvolge 44 Paesi.»

Poi ci sono realtà che, come la Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, che da più di 50 anni si occupa di cooperazione internazionale. Nata nel ’72 “La Focsiv inizialmente aveva molte attività in Africa, mentre adesso operiamo in tutto il mondo – ha detto Nino Santomartino, Vicepresidente Focsiv – e i nostri soci sono la linfa della Federazione.”. Per poi aggiungere: “I tempi sono sempre più difficili, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione allo sviluppo sono cambiate, anche le Ong stanno cambiando. Ma bisogna assolutamente far capire alle persone che investire in cooperazione internazionale significa investire nel proprio futuro.»

Ed è proprio di futuro che si deve parlare in ottica di miglioramento. Non può esimersi, quindi, il riferimento all’imprenditorialità in Paesi come l’Africa che hanno enormi potenzialità, troppo spesso inespresse. “Noi facciamo imprenditorialità in Africa – ha raccontato Frank Cinque, direttore Generale di E4Impact, organizzazione che supporta l’avvio e la crescita di nuovi business in Africa – e siamo nati nel 2010 come iniziativa di ALTIS – Università Cattolica del Sacro Cuore. O meglio, facciamo formazione imprenditoriale in Africa. Abbiamo creato una partnership con un’università in Kenya, e questa singola esperienza e poi diventata una partnership con 14 università, in cui offriamo un percorso di MBA, titolo dato dall’Università Cattolica per persone che gestiscono una piccola azienda sempre in Africa, o persone che hanno l’idea di far nascere un’azienda durante il percorso stesso di studi. Questo è fatto sempre in loco e sempre con idee dell’imprenditore locale, che è principio alla guida del nostro percorso.”

Poi c’è chi è nato grazie ad un progetto di cooperazione, come Zero CO2. “Noi nasciamo proprio da un progetto di cooperazione – racconta Andrea Pesce, fondatore Zero CO2 – Nasciamo in Guatemala, e il progetto ha l’obiettivo di supportare le comunità contadine in un percorso di sostegno economico e di sicurezza alimentare. Lo facciamo, però, in un modo alternativo. Ossia attraverso la salvaguardia ambientale. Noi gestiamo e sviluppiamo progetti di riforestazione ad alto impatto sociale, piantiamo gli alberi in collaborazione con le comunità contadine, glieli doniamo. Loro giovano dei frutti prodotti e in questo modo ricevono un sostegno economico, ma anche la sicurezza alimentare con la quale poi possono pianificare il proprio futuro.”

Codeway Expo 2024, la sfida riguarda imprese e istituzioni

La “cooperazione internazionale” diventa strategica e consente di creare benessere nei PVS (Paesi in via di sviluppo, NdR) garantendo però, alle imprese occidentali, legittime opportunità di business. È un obiettivo così importante che si ottiene solo con progetti seri perché – in ultima analisi – qui si tratta di progettare il futuro del mondo. Una sfida che riguarda le imprese, ma anche le istituzioni, e pertanto queste ultime svolgono un ruolo strategico. È il caso della Regione Lazio e della Camera di Commercio di Roma con tutti i suoi progetti. Come quello descritto da Amadio Lancia, dirigente dell’area internazionalizzazione Regione Lazio: “Raggruppa quest’anno 27 aziende che operano negli ambiti più disparati, ma che sono accomunate da un denominatore comune che è quello di portare progetti e prodotti estremamente innovativi che quindi sono utili sia per la società civile ma anche in ambito industriale e professionale. La nostra mission è quella appunto di favorire le opportunità e le occasioni di contatto per le aziende con gli operatori professionali e con i buyer, sui mercati sia nazionale ma soprattutto internazionali».

O ancora, ci sono progetti come quello descritto da Antonio Durbè, amministratore Purosole Digitarch Farm, dell’eliostato, ossia uno strumento che insegue il Sole, consistente in “uno specchio che si muove rintracciando il Sole e facendo sì che il riflesso dello stesso si direzioni verso un bersaglio statico. Se noi convogliamo questa energia solare su un bersaglio attraverso questi specchi, si possono raggiungere temperature molto elevate che consentono la cottura dei cibi o addirittura la tostatura del caffè, che è operazione che richiede una temperatura di entrata di 300°».

Ci sono però anche start up innovative che lavorano nell’ambito della sicurezza informatica come CyberSa, e che sono state portate da LazioInnova. “Lavoriamo sia con aziende sia con istituzioni, offrendo servizi di sicurezza informatica e consulenza strategica sempre improntata alla sicurezza e alla protezione delle infrastrutture dei dati”, ha raccontato Alessandra Minà, project Manager Officer Cybersa. “Il tema diciamo della cyber security è un tema trasversale che interessa non soltanto le aziende, ma le istituzioni, gli enti governativi, e quindi s’inserisce benissimo anche nel contesto della cooperazione internazionale”.

Daniele Bianchi, direttore scientifico Medere, ha parlato invece del loro progetto innovativo: “Siamo una società di ingegneria biomedica e da sempre utilizziamo le innovazioni tecnologiche per creare prodotti innovativi per la salute. Noi siamo partiti dal primo prodotto che ci ha permesso di aprire – grazie ad un bando della Regione Lazio – che è il nostro plantare su misura. L’innovazione consiste nel fatto che questo plantare viene realizzato tramite stampa 3D, ma viene fatto su misura e a distanza. Abbiamo poi declinato questo metodo anche su altri dispositivi ortopedici, e con queste conoscenze siamo andati ad aiutare un ospedale pediatrico che si trova in Uganda“.

L’impegno nel campo dell’edilizia, invece, è dimostrato da Stefano Cotugno, responsabile ricerca e sviluppo gruppo Rea Italia (Confavi Lazio Edilizia). “Grazie alla nostra solida esperienza, e ai rapporti stretti con marchi nazionali ed internazionali, siamo in grado di fornire un supporto parallelo ed un’efficace collaborazione per la fornitura di materiali da costruzione atti ad ogni necessità. Il nostro impegno va dalle costruzioni residenziali a quelle pubbliche, con un focus particolare ai materiali certificati. Promuoviamo attivamente l’edilizia green nel pieno rispetto dell’ambiente, mirando a contribuire alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica”.

Tiziana Pecoraro, curatrice della mostra Design For Peace, ha parlato di un progetto che è esempio concreto di cooperazione e internazionalizzazione. “Abbiamo praticamente realizzato questo progetto, Design For Peace, consistito in un workshop di quattro mesi in cui 5 studi italiani hanno aperto le loro porte a cinque architette ucraine, dando loro la possibilità d’essere ospitate in questi studi e poter pensare, ognuna, a riprogettare un luogo simbolo di una delle città dell’Ucraina»

Progettare, quindi, significa proiettare verso il futuro, e la magia dello stare insieme porta concretamente, molto spesso, a risultati unici. Ed ecco perché, al contempo, la “cooperazione allo sviluppo” prevede tutte queste caratteristiche: pensare al futuro insieme per un domani migliore per tutti, senza lasciare nessuno indietro.

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