La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione a Vittorio Feltri e all’allora direttore di Libero, Pietro Senaldi, per le dichiarazioni diffamatorie nei confronti dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il caso riguarda il noto titolo offensivo apparso sulla prima pagina del quotidiano il 10 febbraio 2017, “patata bollente“. La Corte Suprema ha respinto i ricorsi presentati dai giornalisti, mantenendo la sentenza della Corte di Appello di Catania che prevedeva una multa di circa 11.000 euro. Il legale di Raggi ha dichiarato che la questione ora si sposta sul giudice civile per quantificare il risarcimento dei danni.
Le origini della vicenda
Il 10 febbraio 2017, il quotidiano Libero ha pubblicato un titolo in prima pagina, “Patata bollente”, riferito all’allora sindaca di Roma, Virginia Raggi. Questo titolo ha suscitato immediatamente polemiche per il suo carattere sessista e offensivo.
Virginia Raggi ha reagito con una querela per diffamazione, affermando che l’articolo di Vittorio Feltri conteneva insulti volgari e sessisti, non giustificati da alcun diritto di cronaca o critica politica. La querela è stata presentata nel 2017 e ha portato al rinvio a giudizio dei responsabili nel 2019.
Processo e sentenza
Il processo ha visto Vittorio Feltri, in qualità di direttore editoriale e autore dell’articolo, e Pietro Senaldi, come direttore responsabile del quotidiano, accusati di diffamazione aggravata.
La prima udienza si è svolta il 15 settembre 2020 presso il Tribunale di Catania, città dove è stata stampata per prima la copia del quotidiano incriminato. Il Gup di Catania ha accolto la richiesta della Procura di rinviare a giudizio i due giornalisti, riconoscendo la natura diffamatoria delle espressioni utilizzate.
La Corte di Appello di Catania ha successivamente condannato Feltri e Senaldi a una multa di circa 11mila euro, sentenza poi confermata dalla Cassazione.
L’intervento della Cassazione
La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, confermando integralmente la sentenza della Corte di Appello di Catania.
Questa decisione sancisce definitivamente la colpevolezza dei due giornalisti per diffamazione nei confronti di Virginia Raggi. La Cassazione ha ritenuto valide le motivazioni della Corte di Appello, che aveva individuato nel titolo e nell’articolo pubblicato un chiaro intento diffamatorio, lesivo della dignità e dell’onore dell’ex sindaca di Roma.
La questione si sposta ora sul piano civile per la quantificazione del risarcimento danni a favore di Virginia Raggi. Il legale della ex sindaca, Alessandro Mancori, ha annunciato che il giudice civile determinerà l’ammontare del risarcimento dovuto per il danno morale subito dalla sua assistita.
Questo ulteriore passo legale mira a ottenere un riconoscimento economico per il danno alla reputazione e all’immagine pubblica di Virginia Raggi, causato dalle dichiarazioni diffamatorie pubblicate su Libero.