Soltanto 300 miliardi di dollari all’anno per dieci anni per sostenere la transizione green nei Paesi più poveri del mondo.
Con un applauso breve ma intenso, è calato il sipario sulla 29° Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29) in programma a Baku, in Azerbaigian. Dopo due settimane di trattative, gli Stati più ricchi hanno trovato un accordo, seppur al ribasso, per sostenere i Paesi in via di sviluppo. 300 miliardi di dollari all’anno per dieci anni, anziché 250 miliardi di dollari all’anno per dieci anni, per l’adattamento al cambiamento climatico dei territori più fragili del Globo.
The Baku Finance Goal sets new global target to channel $1.3 trillion of climate finance to developing countries by 2035 in significant uplift. This includes a new core finance goal of $300 billion that triples the previous $100 billion target.
Breakthroughs on the Baku Finance… pic.twitter.com/Nugi0S8AVb
— COP29 Azerbaijan (@COP29_AZ) November 23, 2024
“Un importo basso e ridicolo“, ha commentato il delegato indiano Chandni Raina. “Nessuno può fermare la rivoluzione energetica“, ha tuonato il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden. Tra gli ulteriori punti sottoscritti, l’approvazione del mercato internazionale del carbonio per garantire investimenti economici in progetti di decarbonizzazione. “Abbiamo portato lo spirito del Piano Mattei nel dibattito della 29° Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29)“, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
L’articolo COP29, raggiunto l’accordo. Ma per i Paesi poveri è un tradimento proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.