Le esportazioni di olio d’oliva toccano un nuovo record: +59%. Coldiretti e Unaprol fanno sapere che nei primi otto mesi del 2024 è stato superato il totale delle vendite all’estero raggiunto nel 2023 ovvero 2 miliardi di euro.
Il risultato, ricavato dai dati Istat, testimonia l’amore crescente per l’oro verde Made in Italy ed è stato diffuso in occasione delle celebrazioni della Giornata mondiale dell’olivo. In termini di export meglio di noi fa solo la Spagna.
Con 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, l’Italia possiede il più vasto tesoro di biodiversità del mondo. Ad apprezzare il nostro olio sono soprattutto gli Stati Uniti, che acquistano un terzo delle nostre esportazioni, seguono Germania e Francia. Unaprol sottolinea come i risultati ripaghino una politica di diffusione della cultura dell’origine dell’olio che ha premiato i produttori che hanno investito in trasparenza e tracciabilità. Non a caso l’Italia è titolare di più oli extravergini a denominazione d’Europa: 43 Dop e 4 Igp.
Coldiretti denuncia però due minacce per il settore: le manovre speculative delle multinazionali per dimezzare il valore dell’olio e la Xylella.
Almeno 21 milioni di piante sono state contagiate dal patogeno batterico. Tra le diverse iniziative messe in campo per arrestare l’espansione della Xylella vi è anche quella di Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano e Cai Consorzi Agrari d’Italia che assieme alla Coldiretti Puglia “hanno dato vita a un grande Polo antixylella per accompagnare le aziende olivicole nella realizzazione dei nuovi impianti e promuovere la ricerca di nuove varietà. L’obiettivo è difendere un patrimonio non solo economico ma anche storico, paesaggistico, ambientale e turistico, considerato che la piana degli ulivi monumentali in Puglia ospita il più grande numero di piante plurisecolari al mondo, direttamente minacciato dal diffondersi del batterio”, fanno sapere le associazioni in una nota congiunta.
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