La Somalia stenta a trovare un’alternativa ai sacchetti di plastica monouso. Nonostante il divieto del governo, l’inquinamento persiste.
In Somalia il divieto per le buste di plastica monouso c’è, ma non si vede. Il Paese del Corno d’Africa ha preso questa decisione a febbraio, seguendo l’esempio di Kenya e Tanzania, che hanno adottato misure simili. La nuova legge proibisce l’importazione, la produzione, la vendita e l’uso dei sacchetti. La legge – tanto attesa dagli ambientalisti e dai residenti di Mogadiscio, la capitale – è entrata in vigore solo ad ottobre.
Il divieto tocca un settore da cui il Paese è altamente dipendente. Secondo l’attivista ambientale Osman Yusuf, il mercato delle buste di plastica vale oltre 50 milioni di dollari. “Non c’è motivo di continuare a usare questo materiale dannoso”, ha spiegato Yusuf a News Central.
Se tanti hanno accolto con favore la nuova misura contro l’inquinamento da plastica, alcuni cittadini hanno espresso preoccupazioni per la mancanza di alternative. “Credo che tutti siano consapevoli delle conseguenze negative dell’uso di questi sacchetti di plastica, ma la domanda è con cosa sostituirli”, ha dichiarato Abdikarim Hassan all’AFP dalla sua bancarella.
Non è detto poi che l’alternativa sia altrettanto economica. “Usiamo questi sacchetti perché sono economici e la gente se li può permettere”, ha spiegato il negoziante. Il costo dei sacchetti, infatti, è notevolmente più basso delle alternative più ecologiche. Le buste di carta usa e getta costano almeno 4.000 scellini (0,16 euro) e sono circa quattro volte più costose delle buste che si usano alle bancarelle.
I commercianti chiedono più tempo e sostituti alle buste più adeguati. Nel frattempo, i sacchetti di plastica continuano a circolare (e inquinare) la Somalia. Chi poteva, infatti, è corso ai ripari. Garad Abdullahi Ali, del ministero dell’Ambiente e dei Cambiamenti climatici, ha affermato che l’attuale afflusso di plastica è dovuto al fatto che i commercianti hanno fatto scorta prima del divieto. “Sono autorizzati a continuare a vendere finché le scorte del Paese non saranno esaurite”, ha dichiarato all’AFP.
I negozi di fascia alta frequentati dalla classe media di Mogadiscio, invece, hanno adottato la misura più velocemente. “Questo è un passo positivo. Spero che altri commercianti di generi alimentari seguano l’esempio”, ha affermato Ahmed Roble, proprietario di una boutique in Maka Al-Mukarama Road.
Inquinamento da plastica, continua a crescere mentre il mondo rimanda l’appuntamento con il Trattato globale
La povertà dunque continua a causare disparità anche nel comportamento verso l’ambiente, impendendo alle classi più povere di avere alternative alla plastica altrettanto convenienti per trasportare i propri acquisti.
Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) ha stimato che ogni giorno circa 2.000 camion della spazzatura pieni di plastica vengono scaricati negli oceani, nei fiumi e nei laghi di tutto il mondo.
Secondo le previsioni dell’OCSE, entro il 2040 la quantità di plastica negli oceani è destinata a raddoppiare se non adottiamo strategie globali e più incisive. Eppure, nonostante gli avvertimenti della comunità scientifica e delle agenzie internazionali, i leader mondiali procedono a rilento sul problema della plastica.
Anche quello che doveva essere l’incontro decisivo dell’Unep, che avrebbe regalato al mondo un Trattato vincolante contro l’inquinamento da plastica, si è rivelato un totale fallimento. A Busan, in Corea del Sud, si è assistito all’ennesimo buco nell’acqua dei governi, pressati anche dalle lobby di settore che questa volta sono state numerose più che mai.
L’articolo La Somalia vieta i sacchetti di plastica ma l’inquinamento non si ferma proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.