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Obesità, allarme dell’82% famiglie italiane sui cibi ultra processati e dalla manovra arrivano i primi segnali

Famiglie italiane sempre più preoccupate per il dilagare dell’obesità a causa del consumo eccessivo di energy drink e cibi ultra processati. Dalla manovra, approvata alla Camera, arriva una risposta

Obesità in crescita a causa del consumo eccessivo di merendine, energy drink e cibi ultra processati. Di fronte a questo quadro arriva la richiesta di aiuto delle famiglie italiane che chiedono interventi mirati, a cominciare dalla scuola e dall’educazione a alimentare. Secondo l’ultimo Rapporto Coldiretti-Censis, l’82% delle famiglie chiede misure adeguate per tutelare bambini e ragazzi. Un fondo per combattere l’obesità è stato istituito nella manovra, approvata ieri sera alla Camera e che adesso passerà all’esame del Senato.

Le proposte di Coldiretti per contrastare l’obesità

Tra le proposte lanciate da Coldiretti in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione ci sono la necessità di introdurre l’educazione alimentare nelle scuole, con campagne di sensibilizzazione rivolte a bambini e ragazzi. La limitazione dei cibi ultra processati nelle mense scolastiche e nei distributori automatici presenti negli istituti e limitazione delle pubblicità inerenti questi prodotti nelle fasce orarie dedicate ai più piccoli, come sta facendo il Regno Unito.

“Lotta” alla pubblicità

Il Regno Unito ha dichiarato guerra al junk food, ossia al cosiddetto cibo spazzatura, limitando la pubblicità su tv, radio e web nelle fasce orarie dedicate ai bambini. Guardando agli altri Paesi, c’è norma simile in Norvegia, dove i produttori e fornitori di alimenti hanno volontariamente limitato il marketing ai bambini di età inferiore ai 13 anni, ma adesso si vuole estendere questo divieto ai minori di 18 anni. Anche il Portogallo ha limitato la pubblicità di alimenti non sani in televisione e alla radio negli orari di trasmissione in cui almeno il 25% del pubblico è composto da minori di 16 anni.

Gli ultimi dati sull’obesità in Italia

Proprio nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato il rapporto “’Fumo, alcol, eccesso di peso e sedentarietà – Anno 2023” in cui si stima che, in Italia, nel biennio 2022-2023, più di un ragazzo su quattro in età compresa tra e 3 e 17 anni (il 26,7%) è in eccesso di peso. La maggiore diffusione del fenomeno è tra i bambini di 3-10 anni, dove si raggiunge circa il 33%. Al crescere dell’età il sovrappeso e l’obesità vanno diminuendo, fino a raggiungere il valore minimo tra gli adolescenti di 14-17 anni (17,4%).

Differenze di genere e di territorio

Nell’analizzare i dati si osservano differenze di genere, poiché si registrano valori più elevati di eccesso di peso tra i maschi (il 29,3% contro il 24,0%). Ma sono forti le differenze territoriali: tra le dieci regioni che presentano valori di eccesso di peso superiori alla media nazionale, ben sette si trovano nel Mezzogiorno. I livelli più elevati si registrano in Campania (36,5%), Calabria (35,8%), Basilicata (35,0%) e Sicilia (33, 8%). Al contrario i valori più bassi si osservano nelle Province autonome di Trento e Bolzano (rispettivamente il 15,1% e il 17,4%), in Friuli Venezia Giulia (18,4%) e in Lombardia (19,5%).

Fondo per combattere l’obesità

Una delle misure recentemente approvate per combattere il fenomeno dell’eccesso di peso è l’approvazione, nella manovra di bilancio, di un emendamento che istituisce un Fondo per mirato per la cura e la prevenzione dell’obesità. Si prevede uno stanziamento di tre milioni in tre anni. La misura è stata particolarmente apprezzata dalla Società italiana dell’obesità (Sio) che ha espresso “grande soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento in legge di bilancio che istituisce un fondo dedicato al contrasto dell’obesità in Italia”.

Un rimedio cruciale: la sugar tax

Un rimedio per combattere l’obesità, di cui si discute da tempo, è l’introduzione della sugar tax, ossia una tassa che riguarda le bibite zuccherate quali la Coca Cola, l’aranciata, la gassosa, i tè zuccherati, le bibite energetiche e i succhi di frutta. In Italia continua a essere rinviata e infatti al momento è stata rimandata a luglio 2025. Alcuni Paesi hanno già adotto questa misura, tra cui Regno Unito e Ungheria.  Ad opporsi maggiormente all’introduzione della misura, in Italia, sono i produttori che temono un freno agli investimenti nel settore.

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